Per il 2020 avremo a livello mass market terminali handheldcon connettività embedded percepita come “ovvia” e “gratuita”,con una capacità di memoria di svariati TB (la Libreriadel Congresso degli Stati Uniti starà nel palmo della mano),con schermi sia di tipo riflettente (come la carta) sia ad emissioneattiva (OLED, SED, NED).A questi sistemi handheld si affiancheranno ambienti di visualizzazionedotati di schermi con maggiori dimensioni, inbuona parte indistinguibili dagli oggetti presenti (il disaccoppiamentotra schermo e ambiente tenderà a svanire verso finedecade, le pareti avranno moduli che consentono la visualizzazione,il fronte del frigorifero, il ripiano del tavolino, dellacucina, l’etichetta sul barattolo, saranno altrettanti schermicon diverse capacità e risoluzione, tutti connessi alla Rete e alprofilo di chi è presente in quell’ambiente).Gli schermi dedicati alla fruizione di informazioni multimediali(il futuro televisore) forniranno possibilità di realtvirtuale e telepresenza con risoluzioni oltre il 4k. A differenzadegli handheld, in cui le caratteristiche citate sono rilevabili alivello mass market (a seguito di cicli di vita e sostituzione dell’ordinedei 18 mesi), per i sistemi di visualizzazione ambientalesi tratta di una piccola percentuale che avrà bisogno di tuttala decade successiva per diventare mass market. Avremo quindiancora una massiccia presenza di televisori (anche se sostanzialmentetutti con schermi piatti HD e collegati/collegabiliad Internet) venduti come elementi separati dal contesto.

L’interazione sarà sia multitouch sia visiva e vocale, le informazionisaranno presentabili sia come testi e immagini statiche(a colori), sia come clip.Il paradigma di accesso alle informazioni sarà sia di tipoesperienziale, sia di tipo community. Nel primo vedremo chele informazioni saranno aggregate in insiemi sovrapposti cheappariranno tenendo conto delle esperienze pregresse e delcontesto presente (reale o imposto, quest’ultimo consente lapresenza virtuale) similmente a quanto accade oggi con sistemidi visualizzazione come “The Brain”. Nel secondo la fruizionesarà guidata dalla community sia in termini di suggerimentidi palinsesto sia in termini di co-fruizione.Nel primo caso viene a cadere il concetto di palinsesto cherimane invece, anche se diverso dall’attuale, nel secondo.Le informazioni saranno sia di tipo “archivio”, quindi film,libri e anche pubblicità pull, sia di tipo real time. Il concettodi pacchettizzazione dell’informazione (il giornale esce ad unacerta ora) sarà sostanzialmente scomparso. Anche nel caso incui la persona (sempre meno) decida di fruire di un “giornale”le notizie stampate saranno collegate ad aggiornamenti immediatamentefruibili. Le notizie si agganciano a trail esistenti(tipo Brain) o diventano punto di inizio di trail.

Nel 2020 avremo sulla scena dei 20-30 anni quelli che oggisono la generazione di Facebook, YouTube, Twitter, una buonaparte sarà coinvolta in blog sia in modo attivo sia passivo, versola seconda metà della prossima decade si affermeranno nuovemodalità di learning e, anche se con un certo ritardo, nuovemodalità di education.Interattività, generazione di informazioni e multicanalità sarannoelementi acquisiti per questa generazione. La fascia dei40-60 anni sarà più legata ai media di oggi in termini di fruizione(passiva, couch potato) anche se sarà immersa nelle nuove tecnologiee nell’abbondanza delle scelte. Avrà quindi meno proposivitnella costruzione del palinsesto rispetto alla fascia20-30, ma l’ampiezza di scelta tenderà a frazionare gli eye balls.Questo porta alla necessità da parte dei pubblicitari di legare ilmessaggio al profilo della persona, come avviene oggi su Internet,piuttosto che al prime time. Per questa fascia di età avremo unafruizione non così frazionata ed asincrona dei media comequella che si riscontra nella fascia 20-30 anni ma certamenteabbastanza diversa da quella di oggi ancora fortemente legataa palinsesti precostituiti ed orari vincolati. La “televisione delgiorno prima”, intendendo con questo la fruizione asincronadi programmi, sarà talmente comune che è probabile si vada aperdere, certo entro il 2030, il concetto stesso di palinsesto.La fascia 30-40 anni si colloca in modo intermedio rispettoalle precendenti.Gli oltre 60enni costituiranno un bacino consistente, predominante,per i media di oggi che si trascineranno nelle prossimedue decadi. All’aumentare dell’età si avrà una maggioretendenza ad una fruizione “dal salotto” cioè stabile e basata susistemi tipo televisore.

Interessante sarà vedere come il mondo dei media reagirà,sfrutterà o si adeguerà a queste evoluzioni tecnologicamentesostenibili e socialmente prevedibili.Già oggi i media devono fare i conti con l’economia dell’abbondanza.Tutto fa presumere che l’abbondanza aumenterulteriormente nella prossima decade comprimendo il valoredel singolo contenuto. Emergerà, probabilmente, una nuovafigura di aggregatore, quello che sarà in grado di effettuaremash up (sovrapposizione) di informazioni.È anche prevedibile che il settore della realtà aumentataaprirà un consistente spazio di business per i media che saprannosfruttare il mash up su oggetti e ambienti. La sfida siporta quindi dal controllo del canale fisico (broadcast, VoD,Internet…) a quello del controllo degli ambienti. Google, inquesto senso, con le sue maps e le estensioni che hanno in corso,sembra ben posizionato per cogliere la trasformazione.

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