Il paziente è davvero al centro del percorso diagnostico-assistenziale? Se n’è parlato durante il meeting di MSD “Inventing for Life”, in una delle tavola rotonda moderata dalla giornalista del Tg1 Rai Laura Chimenti che ha visto protagonisti il Sottosegretario alla Salute Luca Coletto, la presidente dell’Onlus Salute Donna Anna Maria Mancuso, il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso e il segretario nazionale FIMMG Silvestro Scotti. Il tema è stato dibattuto con vitalità, con spunti di riflessioni condivisi e suggerimenti proattivi anche all’azione di governo, con presente uno dei rappresentanti di rilievo in tema sanitario, il senatore Coletto. «In genere la centralità paziente viene utilizzato come termine, ma nella concretezza non c’è realmente – ha esordito Anna Maria Mancuso di Salute Donna – La centralità del paziente è accompagnamento, disegnare percorsi che possano accogliere il paziente all’inizio della malattia fino alla fine. Ci sono regioni in cui i pazienti hano tutto, altre regioni in cui non hanno niente. Dipende, come dicevamo prima, se uno ha disponibilità economica va in una clinica dove viene coccolato, una struttura accogliente in cui il paziente si sente al centro, mentre ci sono ospedali in italia con camere a 4 letti con l’unico bagno fuori dalla camera. Bisogna fare un sondaggio distribuito sul territorio per avere un campionario significativo delle diversità regionali».
Dello stesso pensiero è Antonio Gaudioso, di Cittadinanzattiva, per cui: «Le Regioni di questo Paese hanno addizionale Irpef automatica, avendo servizi mediamente di più scarsa qualità ed effetti paradossali. Se lei mi chiede rapporto di fiducia tra medico e paziente, se vado da un medico e mi dice che c’è un anno di attesa per blocco turnover, o per macchinari obsoleti, a quel punto il tema della fiducia è potentemente messo in discussione. Affrontare tematiche in modo non ideologico. I diritti sono importanti in quanto esigibili. In una parte del Paese sono esigibili. Chi non ha possibilità di accedere al SSN non ce la fa. La centralità pazienti è una delle cose meno esercitabili. I servizi primari del Paese definiscono i rapporti tra cittadini e istituzioni. Se l’ospedale non funziona io non ho fiducia nello Stato». Silvestro Scotti rappresenta i medici di famiglia, il primo baluardo sanitario con i cittadini, la persona in ambito sanitario che più ha la fiducia dei propri pazienti. Scotti individua nella prevenzione la vera chiave per le future politiche sanitarie: «Come si fa a pensare di mantenere questo sistema non agendo subito sulla capacità di quel gruppo di pazienti intermedi che, non gestiti in fase di prevenzione primaria delle patologie croniche, in carico a medicina di famiglia più capace di dare diagnosi precoce»?
Il tema della disequanimità sanitaria regionale è però più pervicace e permette a Mancuso di replicare, individuando alcuni temi prioritari per migliorare la fiducia tra paziente e “sistema”: «Accorciare tempi di attesa, avere accesso di farmaci innovativi. Noi vorremmo che il Fondo per i farmaci innovativi sia una priorità garantita anche nel tempo. Un altro tema importante sono i percorsi diagnostico-terapeutici. Un malato di cancro non può prenotarsi Tac in strutture diverse. C’è necessità di una razionalizzazione dei centri oncologici di qualità, avere 1000 ospedali con pochi casi non fa qualità. Creare centri eccellenza regionali che possono garantire il meglio e non distribuire le risorse. Inoltre bisogna avere persone capaci di amministrare».
Gaudioso propone addirittura un hashtag #aiutiamoliacasaloro, specificando che si tratta di esigere il miglioramento delle disponibilità sanitarie anche nelle Regioni più in difficoltà, armonizzando la spesa sanitaria ed equilibrandola alle realtà più virtuose: «Facciamo in modo che i cittadini di questo paese abbiano la possibilità di essere aiutato a casa loro e non debbano viaggiare per avere una salute di qualità. Vogliamo presentare una proposta di modifica costituzionale, che al momento è stata firmata da quasi 400 parlamentari: all’articolo 117 dopo “tutela della salute” aggiungere “nel rispetto del diritto dell’individuo e in coerenza con il principio di sussidiarietà dell’articolo 118 della Costituzione”. Chiamiamolo federalismo, chiamiamolo autonomia, ma il tema è la garanzia dell’esigibilità dei diritti di tutto il Paese, non possiamo essere ostaggio di una classe politica incapace».
Chiude il dibattito Scotti: «propongo di tornare alla centralità del paziente invece che alla centralità dell’elettore. Abbiamo parlato di farmaci che sono chiamati innovativi ma non lo sono più, alcuni farmaci di prima scelta, alcuni no, se parlassimo della triplice sono molecole che conosciamo almeno da 30 anni, ma solo perché sono messi insieme in un erogatore sono farmaci innovativi».