di MARIA PIA ROSSIGNAUD
Percepire segnali deboli da piccoli e grandi avvenimenti della nostra epoca, analizzare al microscopio eventi senza lasciarsi abbagliare da ciò che è più evidente, questo il nostro obiettivo 2011. Questo percorso lo iniziamo con un incontro su “Comunicazione senza confini? Segnali deboli di un futuro possibile”. Due ore per ragionare con persone che rappresentano l’intellighenzia del nostro Paese sia dalla parte dell’Università che delle Aziende e di esperti internazionali. Nel titolo inizialmente non avevamo previsto il punto interrogativo, oggi dopo i fatti egiziani lo abbiamo aggiunto. Perché? Perché la comunicazione senza confini è soggetta ad un interruttore on / off ed il mondo ritorna al secolo passato.
De Kerckhove sottolinea l’importanza di questo punto interrogativo e propone una riflessine su questo delicatissimo nuovo scenario da villaggio globale oscurato.
La capacità predittiva di McLuhan è quanto cominciamo ad analizzare il prossimo 17 febbraio. Questo aspetto ha senz’altro contributo alla popolarità e al fascino del suo pensiero. La sua enorme e per certi versi inspiegabile capacità predittiva impone questo genere di riflessioni oggi, l’anno in cui ricorre il centenario dalla sua nascita.
“Nelle sue affermazioni è presente una capacità di pre-figurazione e di anticipazione storica talmente forte che sembra siano state scritte oggi – come dice Marco Pigliacampo. Se poi ci si sofferma un attimo, mentre si legge McLuhan, a pensare agli anni Cinquanta e Sessanta, si può restare sbalorditi a riflettere su quali potevano essere stati, all’epoca, i “segnali deboli” da cui egli poteva aver intuito così tanto.
Oggi de Kerckhove apre la strada all’analisi di nuovi ed importanti segnali deboli, e sceglie il metodo che Philippe Cahen illustra nel suo libro “Les signaux faibles du futur”.
“Ho parlato forse per primo in Italia dell’articolo di Carr – racconta de Kerckhove – dal titolo Is Google making us stupid? (Google ci rende stupidi?). Questo testo può essere considerato un segnale debole su quanto sta succedendo oggi in America e cioè la nascita di un movimento che mette in discussione la Rete e le nostre nuove abitudini dovute alla comunicazione ed alla socializzazione nell’era del villaggio globale”.
Maria Pia Rossignaud