Il telefono cellulare è lo strumento tecnologico che ha subíto il più intenso processo di mediamorfosi, trasformandosi da apparato dedicato esclusivamente al traffico voce, in espressione piena del processo di convergenza multimediale.
I network della comunicazione wireless si stanno diffondendo nel mondo più velocemente di ogni altra tecnologia di comunicazione finora sperimentata e promettono di innescare le trasformazioni più radicali.
Malgrado questo, l’analisi del rapporto tra comunicazione mobile e società è un tema trascurato dalla comunità scientifica.
A colmare questo vuoto interviene Mobile Communication e trasformazione sociale di Manuel Castells, guru della comunicazione e professore emerito di Sociologia all’Università di Berkeley e al MIT, e del suo gruppo di ricerca.
Attraverso dati e casi di studio provenienti da tutto il mondo, questo libro, con prefazione e cura di Alberto Marinelli, docente di nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione “Sapienza” di Roma, affronta diversi aspetti relativi alle tecnologie di comunicazione wireless e restituisce all’analisi della comunicazione mobile la centralità che le spetta.
L’autore descrive bene l’evoluzione del telefono cellulare, passato dall’essere un semplice sostituto della rete fissa, fuori casa, al rappresentare l’accesso alla Rete da ogni luogo e in qualsiasi momento. Nelle conclusioni del libro esso viene descritto “dalla sua capacità di assicurare connettività ubiqua e permanente piuttosto che dal suo potenziale uso in condizioni di mobilità”.
È questa l’importante conquista che il libro di Castells, edito da Guerini e Associati, segna nella riflessione sulla comunicazione mobile.
Lo studio parte da una panoramica sui diversi tassi di diffusione della comunicazione wireless nel mondo e tenta di spiegarne le ragioni. Presenta poi i dati sulla differenziazione sociale nella diffusione della tecnologia e procede nello studio dei suoi usi ed effetti nella vita quotidiana.
Approfondisce inoltre alcuni temi specifici, come la profonda connessione tra comunicazione wireless e cultura giovanile; i cambiamenti nella percezione del tempo e dello spazio; la trasformazione del linguaggio tramite le pratiche di digitazione dei testi e la multimodalità; la rilevanza della comunicazione wireless nei processi di mobilitazione sociopolitica e, infine, le strategie adottate nei paesi in via di sviluppo per soddisfare i bisogni di connettività e ridurre il digital divide.
Alla domanda su cosa ci riservi il futuro della mobile network society, risponde questo interessante volume, con una riflessione illuminante.
La comunicazione mobile non produce un semplice superamento dei limiti spazio-temporali ma ci proietta verso un “differente tipo di spazio, lo spazio dei flussi, costituito da luoghi connessi in rete, e un nuovo tipo di tempo, determinato dalla contrazione temporale e dalla desequenzializzazione delle pratiche consentita dal multitasking”. Tempo e spazio quindi non avranno più un valore assoluto ma si struttureranno sul singolo individuo e sulla sua specificità. Si rafforzerà il networked individualism, proprio della “cultura mobile giovanile” e su di essa occorrerà misurarsi per comprendere dinamiche e mutamenti.
A Castells e il suo gruppo di ricerca, quindi, il merito di essersi dedicati con attenzione all’analisi delle pratiche di comunicazione emergenti tra i giovani, quelle che nei prossimi decenni diventeranno stili di vita diffusi e consolidati.
di Sara Alesi