Ho partecipato all’appuntamento “Shaping the Future of the Diversity Marketing” organizzato da IAA Italy Chapter che mi ha permesso di imparare molto sulle diverse angolazioni che deve affrontare il mondo del marketing, cercando di sostenere il cammino della parità non solo di genere ma di tutte le comunità sotto rappresentate. La discussione mi ha visto protagonista con donne eccezionali Dagmara Szulce (Global Executive Director of International Advertising Association/Industry Leadership/Future Of Brand Building/Speaker/CMO Advisor), Marianna Ghirlanda, Monica Margaretha Davò, (CEO at DLV BBDO Milano) Sofia Corrêa de Sá Stratton (Global Lead for #IamRemarkable at Google United Kingdom), Emanuela Locci, (Communication Manager B2C, Google Italia Milano), Rosella Serra (Google Advertising Industry Relations Manager), Alberto dal Sasso (Managing Director – Nielsen Ad Intel (Italy) – Head of RAM Business Development (International) – President of IAA Italy Chapter.
Ogni storia ha un valore che se condiviso aumenta ecco perché consiglio di ascoltare la registrazione dell’evento su YouTube (https://lnkd.in/eUR7bTJ).
A me è stato chiesto di condividere riflessioni sull’esperienza di direttrice di Media Duemila e di Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione unica in Europa che riunisce tutti i media italiani, ed anche di dare un’opinione sul ruolo del giornalista, determinante per la diffusione della conoscenza ed infine di capire se i nostri giornali propongono la figura della donna adeguata ai tempi che viviamo.
“To get more news coverage of women, we need more women making the news”.
Per far sì che i media coprano più notizie che riguardino le donne, dobbiamo avere più donne nei media. Queste sono parole di Melinda French Gates che ho usato per avviare la conversazione, infatti già prima di ascoltare le testimonianze delle relatrici di Shaping the Future of the Diversity Marketing, avevo ben in mente che il seminario organizzato da IAA Italy Chapter sarebbe stato il luogo giusto per riprendere la conversazione sulle diversità di genere innanzitutto, senza escludere le altre. Amplificare, ripetere i messaggi, farli arrivare oltre i confini delle persone che hanno la possibilità di aprire le loro menti per andare oltre i limiti imposti da educazione, genere, classe sociale, livello culturale è il compito dei change-makers. Al nostro tavolo ho trovato game changers eccellenti, forti e determinate. Ho avuto anche l’opportunità di evidenziare che il mio Osservatorio TuttiMedia è un bell’esempio di collaborazione orizzontale, infatti lo sbaglio che facciamo oggi è di verticalizzare troppo, in tutti i contesti. L’eccesso di verticalizzazione chiude le persone, le aziende, le comunità dentro se stesse e ciò vale anche per il gap di genere. I media devono sostenere i diversi punti di vista in modo che giorno dopo giorno, condivisi da sempre più persone, non siano più sinonimo di minoranza.
La situazione delle donne è ancora un punto cruciale, il rapporto Free Press Unlimited del 2018 dice che le donne sono sotto rappresentate. Anche il Global Media Monitoring Project (GMMP), ricorda che di donne in Tv, giornali e radio si parla 1 volta su quattro. In più nel 81% dei casi gli esperti scelti dai media sono uomini. E potremmo andare avanti con molti altri esempi. Il mio consiglio è ascoltare le protagoniste dell’evento “Shaping the Future of the Diversity Marketing” su YouTube!