L’industria radiotelevisiva è impresa a tutto tondo, elemento primario per la formazione della coscienza democratica del Paese che trova la propria radice nella Carta dei diritti dell’Unione Europea e nella Carta costituzionale italiana, di cui celebriamo i 75 anni.  Patrimonio di  valori civili, sociali, culturali che le nostre associate hanno nel loro DNA”.

Lo ha detto Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni, in un passaggio della sua relazione all’assemblea dell’associazione, che si è svolta oggi, al cinema Barberini di Roma, per celebrare i primi dieci anni di attività “10 anni sono pochissimi rispetto alla storia delle imprese che rappresentiamo, molti per la rapidità dei cambiamenti che incidono sul mercato in cui le imprese del nostro settore si confrontano” .

“Tutelare e far crescere il nostro patrimonio deve essere un obiettivo comune italiano ed europeo. L’offerta dei contenuti si sta in parte trasferendo verso soggetti non editoriali e non nazionali”  ha aggiunto.

Nella realtà attuale e ancor di più in quella futura il ruolo dei servizi pubblici in Europa è fondamentale” ha proseguito Siddi “Per svolgere con incisività la propria funzione specifica di tutela del pluralismo, dell’inclusione e della coesione sociale, il servizio pubblico radiotelevisivo deve essere mantenuto, supportato e non svilito. Il canone, come finanziamento pubblico, è elemento di trasparenza, deve essere adeguato alla missione affidata alla RAI, per un arco di tempo pari almeno al contratto di servizio”.

Va poi salvaguardato il finanziamento del Fondo per l’innovazione, il pluralismo e l’editoria, “a partire dalla conferma strutturale delle risorse per le radio e le tv locali e ponendo la giusta attenzione al lavoro, alle nuove competenze professionali e al welfare per  tutto il sistema dei media”.

Riguardo alla radio Siddi ha ricordato che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato il Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+, traguardo importante di tutela del patrimonio industriale e infrastrutturale e degli investimenti sostenuti dalle imprese del settore, ma “a garanzia di ascoltatori e imprese radiofoniche, l’FM e il DAB devono coesistere fino a quando quest’ultima tecnologia sarà adeguatamente sviluppata e resa disponibile all’utenza”.

Tutela degli utenti anche per la cosiddetta “prominence”: “È  importantissimo che i cittadini non restino isolati e possano fruire del servizio universale e gratuito della tv lineare e che le imprese non abbiano un danno economico e sociale”. Il Presidente ha inoltre aggiunto: “Sulla prominence l’Autorità ha fatto un lavoro eccellente e l’approvazione nei giorni scorsi di una prima parte della nuova disciplina, è un primo segnale molto importante. Confidiamo che l’Agcom riesca a chiudere, in tempi brevi, il confronto con gli organismi europei, la partita aperta con le linee guida e che il regolamento abbia un’ applicazione tempestiva”.

Il settore chiede di poter essere messo in condizione di continuare a investire in innovazione tecnologica, nuove figure professionali, nuove competenze, intelligenza artificiale. Il punto è la sostenibilità, è mantenere il valore costruito negli anni e acquisirne nuovo, competendo nell’arena digitale” ha concluso “I broadcaster mantengono nel sistema una centralità che è abilitante anche per i processi di innovazione dei media. La centralità del broadcast è la centralità del cittadino utente”.

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