Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo Articolo 19: Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiereAssemblea Generale delle Nazioni Unite. 10 Dicembre 1948

Costituzione della Repubblica Italiana  Articolo 21:  “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.  Assemblea Costituente italiana, 22 dicembre 1947

Il 3 maggio 1997, venticinque anni fa, l’Assemblea Generale ONU proclamava la Giornata internazionale per la libertà di stampa, su raccomandazione della Conferenza Generale dell’UNESCO. La data celebra una tavola rotonda dell’UNESCO, che si è svolta in Namibia nel 1991, finalizzata a promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana. Ogni anno, il 3 maggio, viene assegnato il premio UNESCO per la libertà di stampa. Intitolato a Guillermo Cano Isaza, assassinato nel 1986 davanti alla sede del giornale El Espectador per il quale collaborava, il premio di quest’anno va al fotogiornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid in prigione dal 2013.

La libertà di stampa, oltre per il tema della sicurezza dei giornalisti e la garanzia della loro indipendenza e del pluralismo dei media è tornato alla ribalta di recente anche per le problematiche connesse alla diffusione e condivisione delle notizie in Rete, disintermediate, virali, estremizzate. Si ricercano nuovi equilibri fra gli interessi confliggenti– ad es. il reato di diffamazione, il diritto all’oblio – e nuovi strumenti per tutelare individui e minoranze – censura, incitamento all’odio, cyberbullismo. Soprattutto, il dibattito recente si è incentrato sul fenomeno della disinformazione online o delle notizie deliberatamente false (fake news) spinte da intenti commerciali, di propaganda, goliardici (soprattutto i social). Il fenomeno è antico quanto la libertà di stampa ma per quanto riguarda i professionisti dell’informazione (il giornalista e l’editore) l’ordinamento prevede già obblighi di diligenza e responsabilità. Quello che manca, a normativa attuale, è una maggiore responsabilizzazione della Rete, a partire dai grandi nuovi intermediari (fra cui in primis aggregatori, motori di ricerca, social). Sul tema sta lavorando l’AGCOM in un tavolo tecnico dedicato a cui partecipa anche Confindustria Radio Televisioni, e la UE. Si deve intervenire come sottolineato dal Gruppo di esperti UE –  inclusa, per l’Italia, il Consigliere di CRTV Gina Nieri – con un approccio multidimensionale utilizzando strumenti diversi, fra cui coregolazione, fact checking, trasparenza, digital literacy.  Sul tema si è espresso anche il Presidente di CRTV Franco Siddi: “Il sistema tipico dei media, giornali e radiotelevisione, si è dato negli anni dei paradigmi, anche attraverso norme di legge e contratto di lavoro al punto che le imprese organizzate e i giornalisti costituiscono oggi un presidio imprescindibile di libertà e pluralismo. La grande sfida è ora fare in modo che i colossi e gli altri operatori della Rete possano rispondere ad obblighi etici e morali di altrettanta garanzia”. “Molte imprese che organizzano la produzione editoriale non attraversano un momento facile per i disequilibri economici e concorrenziali del nuovo contesto digitale, connesso, globale. Anche i giornalisti oggi vivono male in quasi tutto il mondo, per diversi motivi: dalla crisi economica alla sofferenza per pressioni e restrizioni di libertà e del diritto del lavoro” ha dichiarato Siddi, che ha ribadito il ruolo delle imprese editoriali a garanzia del giornalismo professionale e della pluralità dell’informazione nell’era digitale: “Il servizio pubblico, come del resto tutte le imprese editoriali, devono assicurare un’informazione soddisfacente, professionale e devono fare in modo che tutte le voci del pensiero sociale pubblico trovino modo di essere diffuse e i confrontarsi”.

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.