Si è appena chiusa l’entusiasmante giornata sul tema Smart cities #Gaming e social innovation che ho condotto come esperta di innovazione e per la prima volta come Digital Champion.
Ha aperto i lavori il Segretario Generale di Amerigo presso Ambasciata Usa Massimo Cugusi con cui sto sviluppando l’importante community “Smart City Tour”, alla quale hanno aderito già 12 importanti amministrazioni italiane.
Massimo è uomo di grande esperienza sui mercati internazionali e con poche rapide battute ha veramente dato a tutti noi una buona sintesi di quello che è il senso profondo di smart city: innanzitutto civic partecipation e poi engagement. Massimo cita Pablo Sanchez Chillon, che ha coniato l’espressione civic gamification, “If (urban) life is a game, (smart) cities are the playgrounds”. Non c’è dubbio – a parere di Massimo – che proprio le città rappresentino luoghi ideali per stimolare e realizzare applicazioni innovative anche nel campo del marketing relazionale, veri e propri testbed.
Alla fine del suo intervento usa la metafora di un poliedro che è la nostra pubblica amministrazione, che ha mille volti che ruotano e si adattano alle esigenze del cittadino.
Quando Massimo ne ha parlato mi è venuto in mente “Crescere” il bellissimo libro creativo che ho letto da piccola e utilizzato per il mio lavoro,nella moderazione di gruppi ma anche per la crescita personale, in sintesi Ferrucci ci allena a conoscere le diverse facce della nostra personalità e a crescere riconoscendo queste facce e attingendo ai loro aspetti positivi, ma anche ascoltandone i bisogni.
Ho provato quindi a immaginare due poliedri che ruotano e si incontrano tra loro, come simbolo del lavoro continuo che la Pubblica amministrazione smart fa quando per rispondere ai bisogni cambia volto in funzione delle richieste dei suoi cittadini.
Poi grande grandissimo emozionante Fabrizio Vigliasindi, a vederlo sembra un po’ uno dei cantanti dei Tiromancino, poi quando apre la bocca la sala si zittisce ed entra letteralmente nel suo viaggio: una grande carriera incominciata in Apple nel 1986 poi il passaggio al mondo del digital entertainment e il lancio del primo progetto europeo multimediale su CD-Rom per Jovanotti e il gioco interattivo televisivo per Algida e Videomusic “Icepower Winner Adventure”. Dopo tre anni in qualità di amministratore delegato della filiale per il sud Europa di Microids, editore nel settore dell’intrattenimento multimediale, dal 2002 è Professore di Digital Entertainment Design alla Laurea Specialistica di Televisione, Cinema e Produzione Multimediale dell’Università IULM di Milano e Head of Worldwide Marketing del publisher Black Bean Games, società del gruppo Leader Spa.
Fabrizio è tra noi come shaper e lancia una importante provocazione: concentrarsi sul tempo e sullo spazio…si due variabili fondamentali per me che sono da anni impegnata con le osservazioni statistiche del comportamento delle persone… due variabili centrali per un gaming di successo…
Da quello che ci spiega Fabrizio “per avviare un buon progetto di gamification bisogna rendere divertenti cose che annoiano”, coinvolgere al punto da far desiderare alla persona di ritornare sul “luogo delitto” e giocare, giocare ancora. Una logica nuova che in un certo senso supera la fedeltà che era fino a qualche tempo fa il migliore risultato di una buona strategia di marketing.
Fabrizio ci mostra il caso della metropolitana di Stoccolma e di come i tasti musicali di un pianoforte installati sulle scale della metro hanno stimolato i cittadini a usare meno le scale mobili e a camminare di più e ci ha parlato del più recente progetto di Mondadori “myperfectman” App gratuita il cui protagonista impara a diventare un uomo completo proprio attraverso azioni quotidiane di pulizia e manutenzione della casa, di collaborazione domestica con la donna anche in attività come cucinare, spazzare, cucire che in alcune culture del mondo sono ancora esclusivo retaggio femminile.
Fabrizio ci ricorda l’importanza di non dare per scontato le vite delle persone, perché ognuno compie un suo personalissimo percorso ed è un’ottima provocation per quei sindaci che pensano di conoscere a uno a uno i loro cittadini e poi scoprono di saperne poco o non saperne niente.
Alla fine del suo intervento ripenso alle ultime teorie sulla partecipazione dei consumatori che è stata descritta con il passaggio da consumer a pro-sumer….sta forse nascendo una nuova versione 3.0 del consumatore/cittadino digitale? che consuma, produce e crea interagendo con l’azienda/Pubblica amministrazione… il CONSUMAKER?
La seconda provocation della giornata l’ha lanciata un uomo di ricerca Massimo Dell’Erba che ha totalmente rivoluzionato l’area di Valenzano in provincia di Bari attraverso un importante processo di riconversione aziendale del Centro Laserinn oggi acceleratore di imprese e start up, che aiuta le imprese a superare la valle della morte e a commercializzare brevetti e prodotti della ricerca. Laserinn è un Innovation Campus di cui sono soci il Comune e l’Area Metropolitana di Bari, quattro università pugliesi (Università di Bari, Politecnico di Bari, Università del Salento, Libera Università del Mediterraneo – LUM “Jean Monnet”), l’Enea ed alcune imprese (Mermec, IRS, Ansaldo Breda, Quanta System, Stim Engineering) ha assunto circa 30 giovani innovatori e maker, sta accelerando circa 20 start up e aziende e punta a diventare una vera e propria piattaforma di lancio delle innovazioni locali.
A seguire è iniziata la tavola rotonda all’insegna di grandi nomi come Michele Vianello e all’insegna di una grande presenza femminile, Maria Pia Rossignaud Direttrice di Media Duemila e ideatrice di Intelligenza Connettiva, un network di creativi, grafici intellettuali, poi Erica Brachi esperta di Edutainment dell’Università di Siena e direttamente da Catania Carmen Russo Fondatrice di “Fablab Catania” dove si realizzano giocattoli come Fabimbo, dove grazie a una lasercut e una scheda Arduino i bambini costruiscono il loro giocattolo artigianale digitale che si illumina e suona in funzione dei comandi programmati.
Nel Fablab ci sono delle postazioni di coworking e anche i più grandi appassionati di tecnologia e design possono realizzare i prodotti digitali come il salvavita intelligente Dr Jack, nato nella Maker Faire 2014 e in questo momento in fund rising.
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Poi è stata la volta del grande “Prof” Michele Vianello, digital evangelist autore dei libri “Smart City” e “Costruire una città intelligente: smart cities, gioco, innovazione” che si è distinto per progetti altamente innovativi all’interno del Comune Di Venezia da Vicesindaco e che oggi utilizza Il kit connessioni di Lego Serious Play per supportare gruppi di lavoro in cui i partecipanti si concentrino sulle relazioni e le strutture di connessione dell’ambiente aziendale o della città.
Consiglio a tutti coloro che si occupano di smart city di leggere il suo ultimo testo perchè è una singolare testimonianza di come un amministratore pubblico con il gioco possa contribuire al cambiamento di una società. Vedete credo che uno degli errori più frequenti di imprenditori e amministratori in tempi di spending review sia quello di pensare di non poter fare le cose perché non ci sono soldi….io al contrario credo che quello sia un alibi per non fare e che se si vuole cambiare il sistema e introdurre delle innovazioni i soldi si trovano e a volte non servono… questo libro lo ha confermato!
Ringrazio inoltre il “prof” Vianello anche lui da poco come me Digital champion per aver ricordato che prima delle classifiche sulla città più smart, bisogna concentrarsi sulla felicità dei cittadini che la abitano.
In un panel così qualificato rispetto al tema, non poteva mancare Fabrizio Cocco, fondatore e CEO di Softfobia, una internet business solution company con sede a Cagliari e Milano che vanta un esperienza specifica maturata nella gamification attraverso le sue piattaforme JOGU e BINCY. Fabrizio Cocco di Softfobia società leader nella gamification che ha già investito da anni nel settore sviluppando una tecnologia ad hoc , che sta avendo grande successo sia sulle aziende che sulle amministrazioni e che nel corso della sua testimonianza non solo ha mostrato le più diverse applicazioni della gamification: dagli incentivi aziendali, alla motivazione del eprsonale, dalle azioni di promozione nel largo consumo alla migliore gestione dei rifiuti nelle città, ma ci ha anche dato alcune regole per una buona gamification strategy:
avere un obiettivo chiaro da parte di chi intraprende una strategia di gamification
un nuovo approccio verso il consumatore, che è sempre più propenso a condividere
la capacità di creare retention, ossia durare nel tempo, attraverso un ottimo engagement del giocatore>>.
Per non essere troppo italianocentrici ci siamo poi proiettati proprio in un’altra dimensione: con Skyper ci siamo collegati con Giovanni Susta della BLSA Beyond Limits Strategic Advisory in Qatar dove nei giorni scorsi si è svolta una importante manifestazione su Smart City: Arab future cities summit 2015 già alla quarta edizione, nel corso della quale è stata presentata The Qatar National Vision 2030 che punta a trasformare il piccolo e ricchissimo stato del Qatar in un paese avanzato attraverso lo sviluppo sostenibile entro il 2030.
La cosa ricorda molto la Strategia europea 2020, la differenza però sta da una lato nei livelli di partenza: L’Italia è per motivi storici molto diversa dal punto di vista della e-government e della civic partecipation e poi dall’altro nelle risorse: in Qatar al progetto verranno destinati oltre 150 miliardi di Dollari nei prossimi 10 anni dal pubblico e risorse ben più cospicue del privato. In Italia invece per il periodo 2014-2020 verranno gestiti sulla base dell’ Accordo di Partner iato sui fondi Ue dall’Italia 44 miliardi complessivi, e a cui si aggiungono circa 22 Miliardi di euro di fondi nazionali.
Anche in Qatar qualche tempo fa è partito con Vodafone un piccolo progetto di gamification, dove però al posto di una guida o vicina di casa come nel caso di “my perfect man” il tutor è rappresentato da un vero e proprio sceicco in miniatura.
Mentre i relatori si avvicendavano big player dell’innovazione attentissimi. Nel pubblico ad esempio l’agenzia europea per la ricerca, ma anche Enel, Ibm, Noemalife, Unilink, ma anche esperti di innovazione come Fabrizio Faraco uno dei primi animatori italiani di Lego Serious Play, i ragazzi di Start Up Calabria.
Uno degli interventi maggiormente condivisi è stato quello del brillante Andrea Gumina, Consigliere Economico dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico, che in questi mesi sta focalizzando il suo impegno nella costruzione di una strategia di politica industriale per una “Smarter Italy” e sul “mettere a sistema” tutto quello che è stato fatto nei più recenti anni dai programmi di incentivo delle start up innovative, ai progetti di social innovation.
La chiusura del dibattito è stata affidata alla nota Giornalista Maria Pia Rossignaud curiosa ed appassionata di tecnologia che dal 2008 dirige la rivista di cultura digitale Media Duemila ed è Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, inventrice del nuovo Atelier internazionale di Intelligenza Connettiva, nuovo modo di brainstorming, che propone soluzioni tra competitori e fra i fondatori di Digitales, startup per condividere e trasferire informazioni ed attivamente impegnata nell’International Network for Culture and Technology.
Maria Pia ha in qualche modo tirato le fila di una giornata intensa ricordando l’emergenza italiana di una migliore gestione di grandi metropoli come quella di Roma e soprattutto proiettandoci verso un futuro dove sì La tecnologia cambierà la vita stessa dell’uomo come lei stessa definisce attraverso una “Grande Mutazione”, ma gli archetipi rimarranno forti all’interno delle nostre storie e mentre arte, umanesimo, tecnologia si rimescolano grazie alla transmedialità, ognuno di noi scoprirà dentro di sé di avere almeno uno dei personaggi disegnati da Dante.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e come la fatina delle migliori favole vi abbia salvato dalla sfiducia nella burocrazia e dal pensiero che l’Italia non sia un paese per giovani e sia in declino… credetemi ci ho messo il cuore, ora però accettate anche le mie scuse perché non sono una giornalista, come il nostro grande Riccardo, ma una blogger autodidatta esperta di statistica, smart cities e innovazione.
Milly Tucci