Dal 1998, forse prima, ho teorizzato l’importanza dell’intelligenza connettiva. Oggi il progetto del ministro Terzi realizza perfettamente la mia idea. Gli chiederò un incontro. Mi piace pensare che la teoria si trasformi in concreto elemento di supporto allo sviluppo soprattutto per l’Italia, paese che amo. Come ho spiegato più volte l’informazione è il vero ambiente, e ci cade addosso plasmandoci. L’insieme di informazioni che arriva da un progetto che unisce eccellenze darà una spinta all’innovazione, porterà linfa vitale a ricerca e sviluppo. La moltiplicazione delle intelligenze è una nuova esperienza cognitiva. Sono d’accordo con Morcellini che dice: “Non bisogna dimenticare che, per funzionare in modo corretto, la Rete ha bisogno di fondarsi su una struttura organizzativa efficiente e di essere continuamente stimolata”. Parla anche di glocal, mettere insieme esperienze locali e globali per me è una pratica vincente. A questo proposito Roberto Saracco ha scritto su Media Duemila che oggi è tempo di coltivare il proprio orticello pensando in grande, avendo una visione internazionale delle cose. Come non essere d’accordo. Il progetto avviato dal Ministro Giulio Terzi con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è appunto il tentativo di utilizzare le risorse e i benefici offerti dalla Rete, vale a dire comunicare a distanza senza il vincolo della presenza, per recuperare qualità e idee di talenti italiani, quindi un’identità culturale specifica. Grazie ad Internet, al crowdsourcing l’Italia può vincere. Sono pronto a raccontare la mia esperienza di “cervello guadagnato a Napoli”.