Cara nipote Erica,
tu che sei fresca di laurea in psicologia puoi aiutarmi a dipanare questi gomitoli della conoscenza e della consapevolezza che al giorno d’oggi sono pieni di intrecci e nodi. La letteratura è un eccellente medium per l’educazione. Gli scrittori ti fanno percorre tante vite e arricchiscono le opportunità di comportamento, gli stili di vita, il linguaggio, l’estetica e l’etica possibile. Penso alle tragedie di Euripide, al Decamerone di Boccaccio, ai Promessi Sposi di Manzoni, alle Metamorfosi di Kafka, ad Alice di Carroll, così saltando di palo in frasca.
Adesso l’uso della letteratura è diventato molto audiovisivo. Le narrazioni diventano film, fiction, spot pubblicitari. Quasi tutte storie concrete e plausibili, come quando un Salgari ti inventava le avventure dei pirati della Malesia, un Asimov ti faceva immaginare le imprese cosmiche di una civiltà futura. Storie trasparenti, avvincenti, formative per la creatività e l’intelligenza.
Qui al presente van di moda i games, la multimedialità e le storie virtuali, come le puntate di una serie tv che solo all’ultimo scoprirai essere un sogno o un videogioco. Intanto il lettore o il telespettatore si è lambiccato il cervello, ha creduto che il virtuale fosse reale, che i mostri o i fantasmi o gli alieni potessero essere autentici. Forse si è ubriacato, o drogato, di sovrappesi sensoriali e psicologici che gli hanno confuso verità attese e falsità improbabili, come se l’amore fosse su Meetic, l’economia su Monopoli, la geopolitica su Risiko. Se queste storie, magari in 3D, formato metaverso, straordinariamente affascinanti, affondano nell’inconscio, forse riconducono la persona civile a navigante in una minestra onirica senza rotte né approdi. O rotte e approdi come le spacconate di un Eracle e le chimere religiose. Sicuramente non giova agli immaturi, ai minori, agli emarginati o depressi che nella nostra società sono molti e che possono essere incentivati a fuggire dalla concretezza.
Sia chiaro da parte mia: nessuna censura alla creatività letteraria, solo chiederei una maggiore trasparenza editoriale per evitare che bambini e adulti vogliano indossare i costumi di idoli supereroi o di profeti, credendosi invincibili alle leggi, indifferenti all’ambiente e che le disuguaglianze sociali si risolvano con una bacchetta magica.
Più che mai ci sarebbe bisogno di razionalità concreta, di separazione delle visioni iperboliche dalle immagini della quotidianità, o almeno di fact checking. Del metaverso abbiamo bisogno come strumento di efficienza sociale, della televisione e di internet (ormai è quasi un tutt’uno) abbiamo bisogno come riferimenti di intrattenimento e di educazione. Amo la fantascienza, ma fatemela passare come racconto, non infilatemela nei neuroni a specchio senza dirmi che è tale. Allucinogeni e fake news sono invasivi, creano assuefazione non solo nella letteratura ma anche nell’informazione politica e giornalistica, si camuffano negli argomenti della vita reale. Sono glamour, fanno appeal e ci scivoliamo dentro facilmente. Editori, provider e influencers ambiscono in primis a catturare la nostra attenzione; le verità, in secundis, sono transitorie. Se le emozioni non sono semplicemente risalite naturali dalla nostra psiche, sono costruzioni che ci tocca condividere nelle nostre comunità e delle quali a qualcuno spetta una responsabilità.
Allora: quanto è grande il condizionamento della psiche? Dimmelo tu e spero che tu mi dica di non preoccuparmi troppo. Oppure consigliami un bravo strizzacervelli!
Un abbraccio, ciao Psik!
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it