State of Privacy 2023, incontro organizzato dal Garante per la protezione dei dati personali il 18 settembre  scorso al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma, mi ha visto fra i protagonisti del tavolo dedicato all’IA. I tavoli erano divisi per competenze, il mio è stato ricco di riflessioni  sui nuovi strumenti a disposizione, che conosciamo poco ma sui quali bisogna prendere decisioni.

Ho condiviso l’idea che l’IA Generativa  è un sistema che sta prendendo possesso del nostro linguaggio e che in fine lo potrebbe usare in maniera più brillante di noi stessi.

Paura?

Un pò perché questo processo avviene senza che la macchina  conosca il significato delle parole. Certo stiamo parlando di una tecnologia nuova e quindi il non saper usarla determina diffidenza. La mia è riposta sul fatto che in futuro questa tecnologia potrebbe svuotare i nostri cervelli consolidandone un rapporto con la grande mente della rete. In parole più chiare andiamo verso una società in cui si delegherà sempre più alla macchina per decisioni, memoria.

Siamo pubblicati!

Tra privato e democrazia c’è un accordo fondamentale, uno non va senza l’altro, invito però a fare attenzione al fatto che la democrazia e il privato sono i capi saldi della cultura della scrittura. La privacy è anche il lavoro silente della nostra mente che porta a decisioni: se il processo di costruzione delle decisioni esce dalla mente ecco che siamo uomini pubblicati.

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".