In collaborazione con Oil –
Ci si attendeva che la globalizzazione avrebbe portato all’erosione dello stato nazione. Tuttavia, il ruolo globale di compagnie petrolifere nazionali come Saudi Aramco, Gazprom e China National Petroleum Corporation ci ricorda il ruolo cruciale che gli stati nazione continuano a giocare nell’attuale fase storica. Fino agli anni ’70, le compagnie petrolifere internazionali controllavano circa l’87 percento delle riserve globali di idrocarburi, mentre oggi si stima che questa percentuale sia inferiore al 10percento. Mentre le multinazionali, come le IOC, sono comunque protagoniste dell’economia mondiale, oggi le NOC controllano circa l’80 percento delle riserve petrolifere globali e producono il 73 percento del petrolio.

Il processo di globalizzazione ha coinciso con una significativa crescita del peso delle compagnie nazionali

Dunque, l’accelerazione del processo di globalizzazione al quale abbiamo assistito negli ultimi decenni ha coinciso con il relativo declino delle IOC e con una significativa crescita del peso delle NOC, al punto che le NOC oggi pongono sfide decisive alle IOC. Senza dubbio, le loro relazioni reciproche si sono fondamentalmente trasformate. Un tempo, esse erano basate su una semplice divisione del lavoro: le IOC offrivano know-how, tecnologia e capitale, mentre le NOC garantivano l’accesso alle riserve di idrocarburi.

Tuttavia, oggi le NOC hanno sviluppato capitali ed esperienza tali da mettere in discussione il ruolo delle IOC. Non è una coincidenza che le IOC si stiano sempre più concentrando su attività complesse come le esplorazioni artiche in modo da mantenere la propria posizione in un contesto globale sempre più incerto e competitivo. Come sottolinea un recente rapporto di Bain & Company, tre sono le principali sfide costituite dalle NOC. Innanzitutto, la loro posizione nei mercati di capitali sta diventando sempre più forte. Inoltre, esse stanno pesantemente investendo nella ricerca e nello sviluppo, un tempo prerogativa delle IOC. Infine, le NOC si stanno impegnando molto nel proprio perfezionamento organizzativo e tecnico. Ma c’è dell’altro.

Le NOC erano in passato accusate di essere inefficienti apparati burocratici che si affidavano a reti clientelari per assumere i propri impiegati. Di certo, le complesse relazioni delle NOC con le proprie società è evidente nell’emergere del fenomeno del rentierism, che caratterizza molti paesi produttori di energia. In effetti, negli stati rentier, cioè quei paesi le cui finanze non dipendono dalla tassazione, ma sono impegnate ad allocare le rendite energetiche, la ricchezza derivata dalle risorse non si è tradotta in virtuosi processi di sviluppo. Come ha scritto l’economista Donald Losman, “le NOC sono molto più che semplici imprese che puntano al profitto. Esse sono simboli dello stato, del suo orgoglio e della sua dignità nazionale (…). Non è una sorpresa che, nelle NOC, i processi manageriali appaiono più vicini a modelli burocratici e di governo che a quelli delle IOC. Di solito, il personale delle NOC è costituito da impiegati statali o quasi statali, e le posizioni sono spesso allocate a familiari, amici e alleati politici del regime piuttosto che sulla base di esperienza manageriale e tecnica.”

“Bastioni della legittimità dello stato-nazione” in grado di competere globalmente

Eppure, imprese come la malese Petronas e la brasiliana Petrobras stanno dimostrando che anche imprese di proprietà statale possono essere efficienti e competitive su scala globale, comportandosi al tempo stesso da “custodi della ricchezza nazionale”. Dunque, le NOC possono essere definite, come i fondi sovrani, “bastioni della legittimità dello stato-nazione” che sono tuttavia in grado di competere globalmente, andando oltre la gabbia del ‘nazionalismo delle risorse’. È proprio in questo nesso tra dimensione globale e nazionale che si colloca la specificità delle NOC. Infatti, sebbene certe volte la differenza tra NOC e IOC possa sembrare indistinta, esse sono differenti per quanto riguarda i loro obiettivi. Mentre l’obiettivo delle IOC è la massimizzazione del profitto, le NOC non possono ignorare le necessità dello stato che le possiede, spesso agendo come strumento della sua politica estera, oltre che come fornitori di servizi alla popolazione.

Mentre le IOC si concentrano sulle attese dei propri azionisti, le NOC prendono esplicitamente in considerazione i bisogni dei propri stakeholders. È proprio per questa ragione che la questione del comportamento delle NOC è profondamente collegato al tema della cosiddetta “corporate citizenship”, definita come “un continuum di idee che riguardano l’impegno di un’impresa con la società oltre che le proprie principali funzioni economiche”. In altre parole, l’agenda delle NOC include preoccupazioni di politica nazionale, quali lo sviluppo delle infrastrutture del paese e l’offerta di lavoro alla popolazione locale. Alla luce di queste dinamiche, la promozione del dialogo e la costruzione di collaborazioni e alleanze tra IOC e NOC potrebbe recare giovamento all’industria energetica nel suo complesso, combinando standard globali di efficienza e trasparenza con comportamenti socialmente responsabili.

Ci si attendeva che la globalizzazione avrebbe portato all’erosione dello stato nazione. Tuttavia, il ruolo globale di compagnie petrolifere nazionali come Saudi Aramco, Gazprom e China National Petroleum Corporation ci ricorda il ruolo cruciale che gli stati nazione continuano a giocare nell’attuale fase storica. Fino agli anni ’70, le compagnie petrolifere internazionali controllavano circa l’87 percento delle riserve globali di idrocarburi, mentre oggi si stima che questa percentuale sia inferiore al 10percento. Mentre le multinazionali, come le IOC, sono comunque protagoniste dell’economia mondiale, oggi le NOC controllano circa l’80 percento delle riserve petrolifere globali e producono il 73 percento del petrolio.

Il processo di globalizzazione ha coinciso con una significativa crescita del peso delle compagnie nazionali

Dunque, l’accelerazione del processo di globalizzazione al quale abbiamo assistito negli ultimi decenni ha coinciso con il relativo declino delle IOC e con una significativa crescita del peso delle NOC, al punto che le NOC oggi pongono sfide decisive alle IOC. Senza dubbio, le loro relazioni reciproche si sono fondamentalmente trasformate. Un tempo, esse erano basate su una semplice divisione del lavoro: le IOC offrivano know-how, tecnologia e capitale, mentre le NOC garantivano l’accesso alle riserve di idrocarburi.

Tuttavia, oggi le NOC hanno sviluppato capitali ed esperienza tali da mettere in discussione il ruolo delle IOC. Non è una coincidenza che le IOC si stiano sempre più concentrando su attività complesse come le esplorazioni artiche in modo da mantenere la propria posizione in un contesto globale sempre più incerto e competitivo. Come sottolinea un recente rapporto di Bain & Company, tre sono le principali sfide costituite dalle NOC. Innanzitutto, la loro posizione nei mercati di capitali sta diventando sempre più forte. Inoltre, esse stanno pesantemente investendo nella ricerca e nello sviluppo, un tempo prerogativa delle IOC. Infine, le NOC si stanno impegnando molto nel proprio perfezionamento organizzativo e tecnico. Ma c’è dell’altro.

Le NOC erano in passato accusate di essere inefficienti apparati burocratici che si affidavano a reti clientelari per assumere i propri impiegati. Di certo, le complesse relazioni delle NOC con le proprie società è evidente nell’emergere del fenomeno del rentierism, che caratterizza molti paesi produttori di energia. In effetti, negli stati rentier, cioè quei paesi le cui finanze non dipendono dalla tassazione, ma sono impegnate ad allocare le rendite energetiche, la ricchezza derivata dalle risorse non si è tradotta in virtuosi processi di sviluppo. Come ha scritto l’economista Donald Losman, “le NOC sono molto più che semplici imprese che puntano al profitto. Esse sono simboli dello stato, del suo orgoglio e della sua dignità nazionale (…). Non è una sorpresa che, nelle NOC, i processi manageriali appaiono più vicini a modelli burocratici e di governo che a quelli delle IOC. Di solito, il personale delle NOC è costituito da impiegati statali o quasi statali, e le posizioni sono spesso allocate a familiari, amici e alleati politici del regime piuttosto che sulla base di esperienza manageriale e tecnica.”

“Bastioni della legittimità dello stato-nazione” in grado di competere globalmente

Eppure, imprese come la malese Petronas e la brasiliana Petrobras stanno dimostrando che anche imprese di proprietà statale possono essere efficienti e competitive su scala globale, comportandosi al tempo stesso da “custodi della ricchezza nazionale”. Dunque, le NOC possono essere definite, come i fondi sovrani, “bastioni della legittimità dello stato-nazione” che sono tuttavia in grado di competere globalmente, andando oltre la gabbia del ‘nazionalismo delle risorse’. È proprio in questo nesso tra dimensione globale e nazionale che si colloca la specificità delle NOC. Infatti, sebbene certe volte la differenza tra NOC e IOC possa sembrare indistinta, esse sono differenti per quanto riguarda i loro obiettivi. Mentre l’obiettivo delle IOC è la massimizzazione del profitto, le NOC non possono ignorare le necessità dello stato che le possiede, spesso agendo come strumento della sua politica estera, oltre che come fornitori di servizi alla popolazione.

Mentre le IOC si concentrano sulle attese dei propri azionisti, le NOC prendono esplicitamente in considerazione i bisogni dei propri stakeholders. È proprio per questa ragione che la questione del comportamento delle NOC è profondamente collegato al tema della cosiddetta “corporate citizenship”, definita come “un continuum di idee che riguardano l’impegno di un’impresa con la società oltre che le proprie principali funzioni economiche”. In altre parole, l’agenda delle NOC include preoccupazioni di politica nazionale, quali lo sviluppo delle infrastrutture del paese e l’offerta di lavoro alla popolazione locale. Alla luce di queste dinamiche, la promozione del dialogo e la costruzione di collaborazioni e alleanze tra IOC e NOC potrebbe recare giovamento all’industria energetica nel suo complesso, combinando standard globali di efficienza e trasparenza con comportamenti socialmente responsabili.

Daniel Atzori

media2000@tin.it

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