“Ancora oggi leggiamo titoli di giornale palesemente fuorvianti, secondo cui il freddo di qualche giorno metterebbe in discussione il riscaldamento globale; assistiamo alla diffusione di fake-news secondo cui la comunità scientifica sarebbe divisa perché alcuni presunti scienziati sarebbero in grado di negare dati e teorie consolidate da decenni. E’ arrivato il momento di agire”. E’ una parte, questa, del testo della petizione denominata #StopClimateFake con cui si chiede a media, giornalisti e operatori della comunicazione di non concedere spazio a bufale e simili sul clima. L’iniziativa è stata promossa da Annalisa Corrado insieme a Rosy Battaglia, Stefano Caserini, Piero Di Carlo, Francesco Ferrante, Luca Mercalli, Rossella Muroni, Antonello Pasini e Gianni Silvestrini: la petizione si può sottoscrivere su change.org (https://www.change.org/p/cambiamenti-climatici-nessuno-spazio-per-posizioni-antiscientifiche-nei-media-fnsisocial-odg-cnog).
Il progetto, rivolto a Fnsi e Ordine dei Giornalisti, è stato presentato anche alla Camera dei Deputati nel corso di una conferenza stampa durante la quale è stato ricordato che “la comunità scientifica internazionale degli esperti di cambiamenti climatici è unanime e che la sintesi dei suoi risultati mostrata dai rapporti dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, massimo organo scientifico e istituzionale creato dalle Nazioni Unite per affrontare questo tema) parla chiaro: le attività umane hanno alterato il clima del nostro pianeta e in assenza di interventi radicali e rapidi si determinerà un contesto sempre più disastroso e ostile per le specie viventi”.
“Assistiamo ad episodi di disinformazione – si legge dalla petizione – in cui sono proposte all’ascolto di milioni di telespettatori affermazioni palesemente false (per esempio: il pianeta non si sta scaldando dal 2000; non c’è legame fra la CO2 e la temperatura del pianeta) che la comunità scientifica ha da tempo chiaramente confutato. Il tutto in nome di una insensata ‘par condicio’, secondo cui dovrebbe essere data pari rilevanza a scienziati esperti della materia e a incompetenti che propagandano tesi negazioniste sul clima.
Non c’è in democrazia il diritto a dare spazio alle fake-news, si tratta solo di disinformazione che aiuta l’audience o le vendite. Troviamo inaccettabile che, ancora nel 2019, invece di discutere e confrontarsi su come meglio adattarsi ai cambiamenti climatici ormai in atto (ad esempio ondate di calore e precipitazioni intense più frequenti, riduzione dei ghiacci o aumento del livello del mare), o come ridurre velocemente le emissioni di gas climalteranti in tutti i settori, si debba perdere tempo con posizioni antiscientifiche che negano l’esistenza stessa del problema o le responsabilità umane.
Chiediamo che si segua l’esempio della Bbc, del Guardian e di Le Monde, che hanno posto fine a questa distorsione, dopo aver preso atto dei troppi errori commessi nel parlare di cambiamenti climatici, e che non venga più dato spazio a posizioni antiscientifiche, basate su opinioni di singoli e non supportate da ricerche validate dalla comunità scientifica”.
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