Al centro del dibattito internazionale da 70 anni, la questione israelo-palestinese infiamma le discussioni tra attivisti, politici di diverse fazioni, storici ed esperti. Il libro di Arturo Marzano, professore di Storia e Istituzioni dell’Asia presso l’Università di Pisa, si propone di ripercorrere la storia del filone di pensiero che ha ipotizzato, favorito e difeso la nascita dello Stato di Israele in Palestina. Una riflessione che avviene non a caso nel 2017, anno di importanti ricorrenze per lo stato israeliano come i 50 anni della guerra dei 6 giorni, i 120 anni dal primo congresso sionista, i 30 anni dalla prima Intifada e, ovviamente, i 70 anni dalla risoluzione dell’Onu che ha permesso la nascita di Israele e i cento anni dalla Dichiarazione Balfour.

La storia del Sionismo inizia molto indietro nella linea del tempo, come ricorda anche l’inno israeliano che fa riferimento all’ ‘Hatikva’ ovvero la “speranza bimillenaria” del popolo ebreo di tornare in quella che considera la propria terra. Tuttavia, dal punto di vista politico, le radici del sionismo strutturato, che ha poi portato alla nascita dello stato israeliano, affondano principalmente nella seconda metà dell’Ottocento. E da qui parte la narrazione dell’autore, che dopo aver descritto i precursori del sionismo si concentra sulla figura di Theodor Herzl, anima del sionismo dal 1897, data della conferenza di Basilea in cui il movimento trovò una sua struttura. Herzl intuì che per arrivare al risultato della creazione dello stato di Israele era necessario muoversi su due fronti, uno diplomatico e uno economico.

Viene quindi ricostruito il movimento diplomatico che portò nel 1917 alla dichiarazione Balfour, analizzata in un capitolo nelle sue cause e nelle sue conseguenze. Qui l’autore fornisce una panoramica dei diversi approcci al cosiddetto “problema arabo”, ovvero ai rapporti tra gli ebrei e le popolazioni arabe che abitavano la Palestina. Ne emerge come la questione venisse, per lo più, in questa fase, sottovalutata. Il che ha evidentemente influenzato l’approccio al problema rivelatosi più spinoso nella storia recente della Regione.

Marzano prosegue la sua ricostruzione parlando del socialismo sionista, ovvero quella macro-corrente che presenta evidentemente molte sfaccettature e che ha detenuto la leadership politica del movimento fino al 1977, anno della vittoria del Likud nelle elezioni politiche israeliane. Qui, viene approfondita l’ideologia dei gruppi sionisti di destra e di estrema destra, sempre avendo presente il quadro di riferimento storico dagli accordi di Oslo e della prima intifada, arrivando, senza tralasciare nessuno degli eventi fondamentali avvenuti nella regione, ai giorni nostri.

Il libro – e questo ne è certamente un pregio – mette costantemente a confronto le posizioni principali presenti sia nel movimento sionista che nel resto del mondo ebraico oltre che, quando se ne fa riferimento, in ambito arabo. Ciò avviene sempre all’interno di una contestualizzazione storica, politica e culturale che guida il lettore all’interno di un mondo complesso e labirintico ma di costante attualità. Non è quindi un libro di storia, o almeno non solo: è un’opera sulla storia di una composita corrente di pensiero politica la cui conoscenza è necessaria al fine di comprendere appieno il passato e il presente di uno degli Stati più discussi al Mondo (e di una delle Regioni più travagliate).

Matteo Liberti

Ebrei

Storia dei sionismi: Lo Stato degli Ebrei di Arturo Marzano, Carocci editore, Roma,2017, pagg. 254, euro 24.

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