“C’era una volta un uomo cattivo che impauriva le persone per bene; raccontava che avrebbe costruito degli ordigni potentissimi che avrebbe fatti esplodere mentre tutti dormivano; dopo avere fatto di tutto per farlo ragionare e, stanche della sua stupida arroganza, si misero tutti d’accordo per dargli una lezione. Andarono da lui, armati fino ai denti, e gli diedero la caccia per tutte la casa. Lo trovarono impaurito nascosto sotto il letto. Tutti risero a crepapelle, lo impiccarono all’albero più alto del suo giardino, così che tutti potessero vivere felici e contenti.”

La storia della seconda guerra di coalizione contro Saddam Hussein, esposta con lo schema dello storytelling, ridotta ad una sintesi per grandi e piccini, potrebbe essere proprio questa.

La favolistica, l’affabulazione e la tecnica del racconto è antica quanto la storia del linguaggio e della comunicazione.

Non per niente definiamo tecnica del racconto, quella che in letteratura diventa arte narrativa e si differenzia dalla prima perchè il suo obiettivo è produrre un artefatto utilizzando emozioni e stati d’animo per produrre pensieri, spesso astratti e profondi.

Nello storytelling, invece, viene ribaltato il flusso.

Si utilizzano concetti astratti e quadri di riferimento valoriali per produrre emozioni profonde che sappiano sovrapporre nella mente del destinatario significato a significante.

Christian Salmon, scrittore francese e fondatore del Centre de Recherches sur les arts et le langage, ha scritto ‘Storyteller’ che, in Italia, è uscito nel 2007 per Fazi Editore.

La sua attualità è dimostrata dalla sempre più diffusa manipolazione dei fatti nella comunicazione politica, finanziaria, militare, nella pubblicità e, con l’uso sempre più ampio dei social media, nella stessa narrazione di sè.

Il libro di Salmon, infatti, prende in considerazione, in modo molto critico, l’immersione totale della nostra vita sociale in narrazioni provenienti dai media, dove le emozioni che proviamo ci rendono facilmente penetrabili da messaggi che hanno lo scopo di produrre in noi credenze e archetipi dai quali è difficile difendersi con razionalità e oggettività.

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