“Rendere esplicito quello che finora risulta oscuro, superando il paradosso della Rete tra trasparenza dichiarata e opacità praticata da Google”.
È la ragione dell’intervento, che Fieg ha depositato lunedì mattina, nel giudizio dinanzi al TAR del Lazio, che vede contrapposta Google all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sull’obbligo di rendere pubblici i dati del fatturato pubblicitario realizzato in Italia.
La Fieg, nel suo atto di intervento, sostiene la piena legittimità dell’azione dell’Agcom volta a rilevare la consistenza dell’intero mercato nazionale della pubblicità sul web, mercato di cui Google detiene una parte dominante.
A giudizio degli editori italiani appare assurda la pretesa di Google di non essere inclusa tra i soggetti obbligati a comunicare i propri ricavi pubblicitari all’autorità di settore, sottraendosi così al complesso delle regole poste dal legislatore nazionale e comunitario a tutela della concorrenza e a presidio del pluralismo informativo.
Un soggetto che detiene in Europa oltre il 90% del mercato del search e che in Italia raccoglie – secondo stime – oltre un miliardo di ricavi pubblicitari non può comportarsi come se non esistesse.

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.