#disinformazione #democrazia #elezioni, il seminario organizzato da TuttiMedia, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia ha raccolto molte opinioni che vale la pena ascoltare. In questa pagina Mattia Tarelli (Government Affairs and Public Policy Manager at Google).
Condivido un ricordo terribile per tutti, ovvero l’inizio della pandemia. Con il Covid-19 è successo qualcosa di nuovo per Google: tutti gli utenti di internet nel mondo hanno iniziato a cercare informazioni sul virus che non esistevano.
A quel punto in Google ci siamo chiesti cosa fare, perché le false informazioni si potevano insinuare facilmente e l’algoritmo poteva anche fornire risposte non correte. Allora è arrivata la decisione di forzare l’algoritmo e pubblicare nelle prime righe le informazioni divulgate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute. E’ stata una prima volta, e da allora abbiamo capito che in alcune situazioni di estrema criticità è necessario fare questo tipo di attività.
L’esempio ben si collega alle elezioni europee, contesto in cui abbiamo deciso di fare la stessa cosa, proprio perché cogliamo l’importanza di questa tornata elettorale e crediamo che il cittadino abbia il diritto di accesso a informazioni affidabili.
Anche in questo caso, quindi, abbiamo raccolto informazioni con il supporto del Parlamento europeo e riproposto queste informazioni in cima alla ricerca Google che riguarda le giornate elettorali.
Il primo pilastro è fornire, dunque, informazioni corrette e ufficiali a tutti i nostri utenti.
Il secondo pilastro riguarda le modalità con cui proteggiamo le nostre piattaforme dagli abusi dell’utilizzo dell’IA generativa. Si tratta di uno strumento eccezionale ma utile anche a proporre disinformazione. Grazie al programma di watermarking denominato “SynthID”, marchiamo tutte le immagini che vengono create attraverso strumenti generativi di Google per dare e avere la possibilità di rilevarne la natura sintetica. L’utente ha a disposizione tre informazioni: la prima data di apparizione dell’immagine online, chi la ha condivisa e quali i siti e gli articoli che la utilizzano.
In più, in questo ambito stiamo collaborando con altre grandi aziende per creare standard utili ad evitare gli abusi legati all’IA generativa.
Parliamo infine di YouTube che è altrettanto importante perché YouTube in Italia conta 38 milioni di utenti. I nostri creator sono obbligati a segnalare i video in cui è stata utilizzata l’IA generativa, per evitare che l’utente ignaro possa essere ingannato.
Il terzo pilastro è quello legato alla cybersicurezza: crediamo che in un periodo di campagna elettorale tutte le persone coinvolte nel processo possano essere a rischio cybersecurity. Per questo abbiamo creato due strumenti di ulteriore protezione: il primo si chiama “Advanced protection program” legato alla protezione dell’account Google; il secondo si chiama “Project Shield”, uno scudo che protegge i siti di notizie dei candidati da attacchi di tipo DoS.
Concludo sulla disinformazione: la sinergia è fondamentale. Coscienti della nostra responsabilità cerchiamo collaborazioni con tutti gli altri attori, per proteggere l’utente dalla disinformazione online.