big data mondo
big data mondo

Di cattivi esempi applicativi delle tecnologie ne sono piene le cronache di questi giorni. Gli americani che spiano e gli italiani che interrogano la Rete quale oracolo per sentenze che associano il mezzo a pratiche che ricordano l’inquisizione, sono solo la punta dell’iceberg di questo fenomeno. Tutto questo è devastante.

Su pregiudizi da retrovia si divide la cultura (il bene) dalla tecnologia (il male). Oggi la cultura vive e produce civiltà, se la tecnologia cresce in opportunità di progresso, al servizio di un nuovo mondo che giri su modelli sostenibili.

Pensare all’uso di tecnologie di raccolta e diffusione dati (simili a quelle con cui si spia) per, ad esempio, archiviare, conservare e diffondere documenti storici, creare banche dati sul patrimonio culturale italiano, è attività utile e forse scarsamente applicata. Ma il punto non è crudamente “tecnologico”.

Conservare il patrimonio culturale e i valori di cui le opere sono i medium, si può fare. Lo si può fare bene solo se la tecnologia e la cultura si fondono in un ambiente idoneo al corretto sviluppo di entrambe. La tecnologia, quale nuovo medium per la cultura, offrirà un importante contributo al nuovo umanesimo della contemporaneità. Internet sarà la nuova dimensione della cultura e in essa lieviterà. Sarà una dimensione nuova, entusiasmante, che non dividerà più gli uomini per il colore della pelle o per la latitudine in cui vivono, ma li unirà in una dimensione digitale della cultura, in cui ogni uomo è più uomo.

Articolo precedenteIncontro OTM su Big Data Tracce e valore in Rete
Articolo successivoLa pagella europea dell’Agenda Digitale: l’Italia può fare meglio