Think tank. La traduzione del termine inglese è la chiave di volta per comprendere l’importanza della notizia. Letteralmente significa “serbatoio di pensiero”, nella realtà sono istituti, associazioni o società che conducono ricerche, pubblicano libri e organizzano incontri sui temi di interesse pubblico e di attualità. L’obbiettivo è proporre soluzioni e suggerire idee sia alla classe politica sia all’opinione pubblica, per esempio dopo aver analizzato l’economia, il welfare e l’industria di un paese o le relazioni fra Stati.
I Think tank sono più di 6.000 nel mondo e tra i primi 100 figura l’Istituto Affari Internazionali. È l’unico degli italiani tra gli 89 esistenti nel nostro paese. L’associazione culturale, senza fini di lucro, è al 92^ posto nella classifica generale mondiale stilata dall’organizzazione specializzata “Think tanks and civil societies program” dell’università di Pennsylvania. E se si considerano solo i migliori sulla politica estera e gli affari internazionali e sulla difesa e la sicurezza nazionale allora l’istituto, fondato nel 1965 su iniziativa di Altiero Spinelli, gode della 25^ e 26^ posizione.
È un successo. “Un premio all’impegno e alla qualità del lavoro di tutto il personale”, questo il commento dell’Istituto Affari Internazionali, che promuove la conoscenza dei problemi nei campi della politica estera, dell’economia e della sicurezza con ricerche, conferenze, pubblicazioni e formazione di giovani. Lo staff comprende una trentina di persone tra dipendenti e ricercatori a contratto: c’è un direttore, Ettore Greco, e un vice, Nathalie Tocci. Al vertice dell’Istituto c’è un presidente, l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, mentre attività e programmi sono discussi e decisi da un Comitato Direttivo e da un Comitato esecutivo, che ne seguono pure le fasi d’avanzamento. Lo IAI è finanziato dai soci individuali e collettivi, da enti pubblici e privati, da alcune delle principali Fondazioni di ricerca internazionali e riceve un contributo dal Ministero degli Esteri, che negli ultimi anni s’è drasticamente ridotto e che oggi rappresenta pochi punti percentuali del bilancio
Il suo riconoscimento a livello mondiale è riscontrato anche in questi numeri: ogni anno produce più di 30 progetti di ricerca e partecipa, o guida, programmi finanziati dalla Comunità europea e dall’Alleanza atlantica; e i convegni organizzati pure all’estero raggiungono quota 50 l’anno. Ecco una delle ultime pubblicazioni: “La politica estera dell’Italia”, uno strumento per comprendere il ruolo e l’azione del nostro paese nello scenario internazionale.
Non vi immaginate l’Istituto Affari Internazionali in una torre d’avorio. La sede è nel centro di Roma, in via Angelo Brunetti 9, vicino a Piazza del Popolo. È possibile viverlo attraverso la sua biblioteca che conta oltre 27mila volumi. Gli orari di apertura sono indicati sul sito IAI.
Luigi Garofalo
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