Tiziana Catarci, in corsa per la carica di rettore dell’Università La Sapienza di Roma (le elezioni sono previste la prossima settimana) presenta un progetto di università tradizionale tecnologica: “Le aule ed i laboratori non sono cambiati molto da quando studentessa ne occupavo i banchi. Oggi la filosofia è di portare l’innovazione dappertutto. Cento anni di immobilismo e nonostante ciò sono molti i progetti di ricerca della nostra Sapienza che hanno vinto premi internazionali”. Tutto sta evolvendo. L’innovazione è ovunque.
La didattica è ancora indietro? I laboratori informatici sono obsoleti? L’accordo con IBM permetterà la rivoluzione, assicura il rettore uscente Frati che studia possibili parteneship societarie dove l’apporto universitario si basa solo sulle competenze e nel caso di perdite non si chiede all’ateneo di ripianarle. “Sì, all’estero sono possibili questi accordi – spiega Luigi Frati – li sto studiando e spero di poterne creare uno quale ultimo atto della mia vita da rettore”.
Le tecnologie per cambiare esistono, attualmente i laboratori informatici sono una risorsa preziosa e scarsa allo stesso tempo perché pochi. “Oggi l’informatica non è più appannaggio di corsi specifici – continua Tiziana Catarci – l’alfabetizzazione informatica è una delle esigenze della società, riconosciuta da tutti. L’idea di un laboratorio diffuso parte dalla necessità di eliminare il laboratorio fisso e creare aule che all’occorrenza si trasformano”.
Il Cloud diventa protagonista in questo progetto che lo unisce al paradigma “Bring your device”, porta il tuo dispositivo. I ragazzi oggi hanno uno smartphone nella maggioranza dei casi, implementarlo con una connessione dedicata all’università è semplice, per coloro che non ne sono in possesso si troveranno Pc disponibili in loco. Gli spostamenti da un’aula all’altra si potranno evitare ed anche chi è a casa potrà seguire la didattica. Le lezioni in presenza sono e resteranno la caratteristica delle università tradizionali, con questo progetto si implementa e si modernizza. “Questo – conclude Tiziana Catarci – è il primo passo per un approccio moderno e innovativo alla didattica”.
Maria Pia Rossignaud