di MARIA PIA ROSSIGNAUD –
L’EIT Ict Lab a Trento è il centro operativo scelto dall’UE per promuovere l’innovazione nel Sud dell’Europa, lo dirige Roberto Saracco, uno dei massimi esperti di tecnologia ed innovazione (nel comitato di direzione di Media Duemila da un decennio e più) ed è anche una realtà da esportare in ogni pezzo di Italia dove la politica del fare lascia il passo all’immobilismo che conduce al declino.
Le eccellenze in Italia esistono, laddove la convergenza vince sull’individualismo. Infatti del nodo trentino fanno parte aziende come Engeenering e Telecom che fuori sono concorrenti.
“La tecnologia per fermare le macchine al semaforo grazie ad un’antenna esiste – racconta Saracco – Controllare a distanza chi va più veloce del limite è possibile. La novità è l’aver creato una scuola che trasformi i ricercatori in imprenditori. I nostri studenti devono creare imprese”. Nuova cultura per l’Italia, dove troppo spesso si associa alla figura dell’imprenditore una persona con notevoli capacità, ma nessun titolo di studio.
“Qui ogni anno avremo fra i 200 ed i 250 studenti per trasformare un’idea in azienda di successo – precisa Saracco”. Media Duemila seguirà la vita del nodo italiano che affianca Berlino, Parigi, Stoccolma, Helsinki ed Eindhoven. L’obiettivo per l’Europa è di arrivare a formare 10mila giovani entro il 2020.
Mettere insieme education, ricerca e business significa sviluppare capacità imprenditoriale nei giovani. I corsi inizieranno a settembre, laureati in tematiche affini all’ICT seguiranno un master biennale. Il percorso inizia in un nodo e termina in un altro. Le lezioni sono previste al 50% nel nodo e nell’università. Questo il motivo per cui è richiesta anche una vicinanza geografica fra i nodi e le università partner. A Trento il problema non si pone, l’ateneo è, più o meno, di fronte al palazzo che ospita i laboratori.
Le tematiche su cui si basano gli EIT sono state divise in 10 macro aeree, tutte le notizie sono su http://eit.ictlabs.eu/ , ed ovviamente aggregano tutte le tematiche più attuali.
“L’obiettivo è creare start up – conclude Saracco-. La metrica per il successo è il numero di nuove aziende che esce dal nostro nodo. Ai ragazzi offriamo una preparazione generale nella prima fase e poi tutto il supporto per mettere in piedi un’impresa”.
Se il progetto regge la nuova azienda può restare nell’edificio di via Sommarive di Trento ed usufruire di supporto anche per quanto riguarda la fase di brevetto, poi di business model ed di ogni altra possibile necessità quale aiuto per sopravvivere e crescere.
In quest’anno ancora di prova, (il via ufficiale per la prima edizione del master è a settembre ) sono già 7 o 8 le star up create, a regime probabilmente l’obiettivo e di crearne 20 l’anno.
In più ogni piccola o media impresa che abbia necessità di supporto per avviare un suo business può trovare la sua culla nel centro di Povo, il finanziamento e 4 a 1, ma significa praticamente il 100% di quanto serve per andare sul mercato. L’ultima parte della catena del valore.
Questo è solo un primo articolo sull’ iniziativa che mi piace definire “esportiamo l’Italia in Italia”.
Maria Pia Rossignaud
media2000@tin.it