Infocivica, un’Associazione di professionisti della comunicazione, molto attiva sul fronte della tutela dei diritti fondamentali, s’appresta a presentare alle Istituzioni europee e nazionali e ai Vertici dell’Eurovisione e della Rai un Libro Verde sui media di servizio pubblico nella Società dell’informazione e della conoscenza.

Se ne parlerà a Roma il 20 novembre, in un seminario e in una tavola rotonda organizzati a margine di appuntamenti dell’Eurovisione, a Palazzo Medici, sulla base delle indicazioni recentemente scaturite da un incontro a Torino nel quadro del Prix Italia.

Il Gruppo europeo di Torino dell’Associazione ha discusso proposte e raccomandazioni finali frutto di cinque anni di riflessioni e incontri coordinati dai professori Enrique Bustamante Ramirez, dell’Università Complutense di Madrid, e Francisco Rui Cadima, dell’Università Nova di Lisbona. Vi hanno contribuito, fra gli altri, i professori Matthew Hibberd dell’Università di Stirling, Emili Prado, dell’Università autonoma di Barcellona, Giuseppe Richeri, dell’Università di Lugano, e Michele Sorice, della Luiss di Roma.

Al dibattito conclusivo, sono intervenuti Carlo Rognoni, già vice-presidente del Senato e consigliere Rai, Claudio Cappon, già direttore generale Rai e vice-presidente Uer, Giacomo Mazzone, direttore dei rapporti istituzionali dell’Uer. Per Infocivica, c’erano il presidente Massimo De Angelis e il suo vice Andrea Melodia, il segretario generale Bruno Somalvico e il consigliere Gianni Bellisario.

L’esercizio di elaborazione delle proposte, avviato nel 2010, e proseguito anno dopo anno con seminari rispettivamente dedicati alla missione del servizio pubblico, ai contenuti, al finanziamento e alla governance, dovrebbe sfociare, l’anno prossimo, in una conferenza europea sui media di servizio pubblico.

Con questa iniziativa, Infocivica intende ribadire l’insostituibilità dei servizi pubblici, ma vuole pure sottolineare la necessità di ridefinirne missione e perimetri, non potendo più essere confinati all’audiovisivo, ma dovendo tenere conto della dimensione cross-mediale della comunicazione. A Torino, è stata pure valutata la concretezza dell’ipotesi di una tv pubblica europea, la cui fattibilità, allo stato attuale del processo d’integrazione, suscita molti dubbi, ma che, se realizzata, potrebbe contribuire alla diffusione di una migliore informazione europea e di un comune sentire europeo.

L’esercizio avviato da Infocivica s’è confrontato con l’inadeguatezza e, per di più, spesso, l’inadeguata applicazione delle norme europee. Inoltre, la riflessione del Gruppo, dal 2010 a oggi, ha dovuto superare una doppia difficoltà: ha coinciso in larga parte con la profonda crisi economica e finanziaria che ha paralizzato l’integrazione europea, concentrando l’attenzione sui temi del rigore e del rispetto delle regole e sottraendo spazio, oltre che privando di risorse, altre aree di possibile approfondimento dell’integrazione o anche solo cooperazione; e ha faticato a tenere il passo con la rapidità dell’innovazione tecnologica, che modifica di continuo panorama e prospettive mediatiche.

In mancanza di un quadro di riferimento europeo, i modelli nazionali sono evoluti in modo autonomo e talora divergente, avendo forse come unico vincolo comune l’imperativo, dettato dalla politica, di ridurre i costi. Persi di fatto gli anni della Commissione Barroso II, Infocivica porterà ora la sua visione e le sue proposte alla Commissione e al Parlamento europei. Il Libro Verde sarà strutturato a partire dai rapporti discussi a Torino e ora a Roma, tenendo conto delle osservazioni e dei contributi emersi nel dibattito.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.