Se 500 milioni vi sembrano pochi, venite su Twitter e contateci. Sempre che ci riusciate, perché noi cresciamo più in fretta di quanto voi non riusciate a contarci; e più in fretta di Facebook, che resta, per il momento, il social network di dimensioni maggiori su scala mondiale con 850 milioni di utenti, ma che, a questo ritmo, raggiungeremo più prima che poi.
Twitter, infatti, registra una media di quasi 13 nuovi utenti al secondo, quasi un milione 100 mila nuovi iscritti ogni 24 ore: una città come Torino che ogni giorno comincia a ‘cinguettare’ in rete. Nulla di ufficiale, in queste cifre: si tratta solo di stime del sito specializzato in statistiche Twopcharts.com, che ha addirittura lanciato un conto alla rovescia degli utenti di Twitter per celebrarne il mezzo miliardo.
Twitter è avaro di numeri e di informazioni ufficiali: creato nel marzo 2006, il sito di microblogging, questa la definizione, per via del fatto che i post non possono eccedere le 140 battute, anche se poi con i trucchi del mestiere – link e quant’altro – ce ne stanno di più, ha cominciato a conoscere un vero e proprio ‘boom’ di utenti a partire dalla metà del 2009, quando gli iscritti erano solo 50 milioni.
L’ultima volta che Twitter ha diffuso un comunicato ufficiale sul numero degli iscritti risale a dieci mesi fa: nell’aprile 2011 c’era “solo” 200 milioni di iscritti – una metà dei quali, si calcola, attivi -. Di questo passo, a fine aprile 2012 saranno praticamente triplicati.
Nato da un’intuizione di Jack Dorsey, più volte ridisegnato e tecnologicamente aggiornato, Twitter pareva un prodotto di nicchia, ma s’è invece rivelato, fra tutti i social networks, quello davvero in grado di incidere sul mondo dell’informazione e di cambiarlo, capace di reggere la concorrenza con le agenzie di stampa e i giornali online per la brevità e la immediatezza dei suoi messaggi e la rapidità di diffusione di rimbalzo in rimbalzo. E adesso, dopo Obama, che ne fa un uso efficace in campagna elettorale, anche Benedetto XVI è su Twitter.