Guerre

Una riunione virtuale straordinaria dei leader del G7, sabato pomeriggio, aprirà i consulti al vertice nell’anno di presidenza di turno italiana del Gruppo dei Grandi e segnerà il secondo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

L’Occidente ribadisce la vicinanza a Kiev, ma lo fa – sostanzialmente – a mani vuote. E sul terreno la guerra va male: gli ucraini, a corto di munizioni, perché gli aiuti militari si sono rarefatti, devono ritirarsi da Avdiivka, città sulla linea del fronte, da mesi contesa, e perdono pure una testa di ponte alla sinistra del Dniepr; i russi segnano i loro primi successi militari importante da un anno in qua. E Mosca continua a bombardare la notte installazioni e infrastrutture militari ed energetiche.

Il passaggio del conflitto a una fase più dinamica, dopo uno stallo, coincide con una nuova ondata di sdegno internazionale per la morte in carcere, venerdì 16 febbraio, del maggiore oppositore del presidente russo Vladimir Putin, Alexiei Navalny. Migliaia di russi sfidano la polizia per onorarne la memoria – centinaia gli arresti -.

Il presidente Usa Joe Biden e tutti i leader Nato e Ue unanimi attribuiscono a Putin la responsabilità del decesso, avvenuto in una remota colonia penale siberiana, indipendentemente da quali ne siano cause e circostanze, ancora da chiarire.

Nato e Ue invitano, d’intesa con l’Amministrazione Biden, il Congresso di Washington a sbloccare gli aiuti all’Ucraina incagliati nelle schermaglie elettorali tra democratici e repubblicani.

Visto il vacillante supporto occidentale, Putin è ormai convinto di potere conseguire i suoi obiettivi in Ucraina. Ma il protrarsi del conflitto ha risvolti negativi su economia e risorse militari russe e innesca tensioni sociali per le perdite subite e le chiamate alle armi. Il leader russo manifesta disponibilità a negoziare e a cessare gli scontri, ma la Russia vuole conservare i territori occupati (e annessi coi referendum farsa del settembre 2022).

L’anniversario dell’invasione e la morte di Navalny riportano la guerra in Ucraina in primo piano nell’attenzione diplomatica e mediatica, rispetto alla guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas, che dal 7 ottobre aveva invece preso il sopravvento. All’Onu, gli Usa bloccano per la terza volta una proposta di risoluzione per il cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.