“Il nuovo ordine mondiale di Trump sta prendendo forma”, scrive il Washington Post, riferendosi, in particolare, alla pace in Ucraina: una pace “predatoria”, che remunera l’aggressore e penalizza l’aggredito, ma il cui processo appare difficilmente reversibile. Però, anche la risposta europea all’ordine ‘trumpiano’ si va definendo: dopo i vertici di Parigi della scorsa settimana, ci sono state, questa settimana, le visite a Washington del presidente francese Emmanuel Macron, in coincidenza con il terzo anniversario dell’invasione russa, e del premier britannico Keir Starmer.

Mercoledì, Macron ha informato i suoi partner sui colloqui con Trump, che, al di là delle apparenze, non hanno riproposto la chiacchierata “bromance” fra i due leader. Domenica 2 marzo, a Londra, ci sarà un vertice per discutere di difesa europea fra Paesi Ue e Gran Bretagna – l’Italia sarà presente -: si ipotizza la creazione di un fondo comune -. Giovedì 6 marzo, a Bruxelles, ci sarà poi un vertice dei 27, il primo dopo le elezioni in Germania di domenica scorsa.

In tutto questo fermento, Zelensky sarà a Washington, venerdì 27, per perfezionare un accordo sull’accesso preferenziale degli Stati Uniti alle ricchezze minerarie ucraine, specie terre rare ed energia, come forma di rimborso di Kiev agli aiuti ricevuti da Washington. Le cifre inizialmente fatte erano a tassi di usura: 500 miliardi di dollari di ‘compensazioni’ a fronte di circa 170 miliardi di dollari di aiuti ricevuti –per le fonti ucraine, solo 100 -.

In Medio Oriente, non è chiaro che cosa accadrà una volta conclusa a fine settimana la prima tappa della tregua ipotizzata in tre fasi. Nonostante intoppi anche drammatici e violazioni degli accordi reciproche, la restituzione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas dopo i raid terroristici del 7 ottobre 2023 e la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane vanno avanti.

Se il nuovo ordine mondiale di Trump sembra delinearsi dall’Ucraina al Medio Oriente, condiviso con i suoi ‘sodali’, il presidente russo Vladimir Putin, il principe saudita Mohammad bin Salman e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sul fronte interno, non tutto fila liscio. In questa fase, il tallone d’Achille del Trump 2 è Elon Musk, l’uomo più ricco del Mondo messo a capo del Doge, il Dipartimento per rendere più efficiente l’Amministrazione pubblica. Ci sono contestazioni per tagli alle spese e licenziamenti e ci sono timori per l’economia e l’inflazione. L’indice della fiducia dei consumatori registra a febbraio il peggior arretramento mensile dall’agosto 2021, tra annunci di dazi e aumenti dei prezzi.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.