Domenica 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’occasione per l’Istat di rilasciare nuovi dati statistici provenienti dalla rilevazione sui servizi e prestazioni offerte dai Centri anti violenza, pubblicare approfondimenti sulle chiamate ricevute dal numero verde contro la violenza e lo stalking-1522; in più sul sito Istat troviamo anche un’infografica che sintetizza i risultati dell’indagine sui centri anti violenza e un datawarehouse dedicato alla violenza sulle donne . Tutte le nuove informazioni saranno accessibili anche dal quadro informativo La violenza sulle donne che Istat e Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno realizzato lo scorso anno.

Intanto con il 25 novembre si celebra anche il primo anno (mese più o meno) dell’hashtag #MeToo, diventato virale su Twitter un anno fa in ottobre, reso popolare il 15 ottobre 2017 dall’attrice Alyssa Milano che ha invitato le vittime di abusi sessuali a condividere le loro storie su Twitter. L’hashtag #MeToo è stato utilizzato più di 19 milioni di volte su Twitter fino al 30 settembre di quest’anno. Una media di 55.319 usi dell’hashtag al giorno.
L’analisi è di Pew Research Center sui tweet disponibili in lingua inglese. Kofi Hannan diceva: “I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità.”
Secondo la polizia di Stato italina un progresso c’è stato,  secondo dati diffusi dall’Ansa sono in calo nei primi 9 mesi dell’anno i ‘reati spia’ del femminicidio: maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali; mentre si registra un sensibile aumento dell’azione di contrasto (misurata in termine di denunce e arresti). la polizia di Stato ha reso pubblici questi dati i a Verona dove ha lanciato la campagna ‘Questo non è amore’, frutto della strategia della Direzione Centrale Anticrimine, guidata dal prefetto Vittorio Rizzi.
La tecnologia, anche, viene in soccorso alle donne in difficoltà Silje Vallestad, norvegese priva di particolari competenze tecnologiche e informatiche, ha brevettata l’applicazione bSafe che si carica sul proprio smartphone e al momento del pericolo basta schiacciare un pulsante di allarme per denunciarlo. A quel punto partono contemporaneamente una sirena, sms e telefonate ad amici prestabiliti, disponibili a ricevere l’allarme. Nello stesso momento lo smartphone avvia anche una registrazione audio-video, nel caso che possa servire poi come prova. Arxit ha prodotto, in collaborazione con l’operatore telefonico BT, SecurWoman che al costo di 29,90 euro l’anno garantisce un servizio attivo 24 ore su 24: se ci si trova di fronte a una situazione di pericolo basta scuotere lo smartphone e l’allarme raggiunge immediatamente il centro operativo che a sua volta trasferisce la segnalazione alle forze dell’ordine più vicine. ed anche in Italia troviamo: Siamo sicure! –  completamente gratuita, ha un’interfaccia di facile usabilità: con due soli tap sullo schermo si può lanciare un allarme al 112 oppure monitorare tramite gps la propria posizione;
shaw – Unica app ad essere connessa al 112 e al 1522, permette di avere sul telefono una mappa abbastanza completa di sportelli antiviolenza, centri di ascolto e presidi sanitari regione per regione. Disponibile in dodici lingue, tra cui il Cinese.
where are u – in collaborazione con la Regione Lazio e la Regione Lombardia, è collegata al 112 ed ha una particolare funzione di chiamata muta che attiva un servizilocalizzazione e invio soccorso nel caso in cui non si possa parlare.

 

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.