La Commissione europea ha lanciato a metà luglio un’ampia consultazione su come avviarsi verso un mercato europeo digitale unico, valutando tra l’altro le opportunità di crescita offerte dalla distribuzione on line di film e programmi televisivi, di video on demand e altre opere audiovisive.
In vista della consultazione, la Commissione aveva pubblicato un libro verde sulle possibilità (e le difficoltà) di realizzare un tale mercato unico e sulle sfide da superare per realizzarlo.
Le industrie culturali europee, nel settore audiovisivo, hanno un peso importante nell’economia dell’Unione: generano circa il 3% del suo Pil, cioè circa 500 miliardi di euro l’anno, e danno lavoro a circa sei milioni di persone. Il settore è inoltre importante perchè favorisce l’innovazione e la creatività. Alcuni dati comparativi: l’Ue è seconda al Mondo, dietro il Nord America, per tasso d’audience televisiva; produce più film che qualsiasi altra regione al Mondo (1.168 nel 2009 contro 677 negli Usa); ed ospita oltre 500 servizi video on line.
L’obiettivo della consultazione ora avviata è di valutare il grado di sviluppo dei servizi audiovisivi on line nell’Ue, su base nazionale e transnazionale, e di studiare come promuovere la produzione di lavori audiovisivi di alta qualità e come contrastare la frammentazione del mercato. Sotto la spinta delle novità nelle tecnologie digitali e su Internet, le modalità con cui i contenuti audiovisivi sono creati, prodotti, commercializzati e distribuiti evolve con grande rapidità. Sempre più spesso, i distributori offrono i loro programmi anche sul Web, mentre nuove piattaforme mediatiche appaiono e propongono servizi di video on demand e di diffusione a flusso continuo. Dal canto loro, i consumatori vogliono sempre più poter guardare quel che vogliono dove e quando vogliono e su qualsiasi piattaforma. Un’evoluzione che dovrebbe ancora accelerarsi con l’avvento dei televisori che possono “andare su Internet” e delle “cloud technologies”.
Il libro verde pone interrogativi su quel che bisogna fare per permettere alle aziende e ai consumatori di trarre il massimo beneficio da queste opportunità e prospetta come attirare più investimenti per garantire che l’Ue centri gli obiettivi fissati dalla strategia 2020 per lo spiegamento di Internet a grande velocità e per contribuire, in tal modo, a più crescita e più occupazione. La consultazione deve fornire una gamma di risposte e alternative. Anche la delicata questione della remunerazione dei titolari dei diritti on line è fra i problemi sul tappeto: l’accento è posto in particolare sull’opportunità, o meno, d’introdurre ulteriori misure a livello europeo per garantire un giusto reddito ad autori ed artisti.