Europa digitale, banda larga, infrastrutture e competenze. Sono crucci italiani, di cui abbiamo spesso parlato –anche recentemente- e cui il governo cerca di porre rimedio in questi giorni. Ma sono pure crucci europei, com’è emerso questa settimana da una riunione a Bruxelles del Consiglio dei Ministri dell’Ue sui problemi della competitività. A presentarne i risultati, sono stati il premier lettone Dalia Grybauskaite, presidente di turno del Consiglio dell’Ue, e il commissario per il mercato interno e l’industria, Elzbieta Bienkowska. C’erano, per l’Italia, il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi e il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli.
L’articolazione delle competenze, tra industria, innovazione, ricerca, mercato interno, concorrenza, proprietà intellettuale è una delle difficoltà a sviluppare politiche coerenti e complessive, a livello sia nazionale che europeo.
I lavori del Consiglio sono stati seguiti, per EurActiv.it, da Alessandra Flora. Al termine, Gozi ha detto: “Il mercato unico digitale è una delle priorità della Commissione, così come lo è stato anche per il semestre di presidenza di turno italiana. Anche in Consiglio è emersa la volontà di affrontare temi spinosi, che devono essere assolutamente trattati, come la riforma del diritto d’autore”.
Sul copyright, Gozi ha affermato: “Io per primo ho aperto un canale di confronto su questo tema. Riteniamo che la riforma della direttiva sul copyright debba andare di pari passo con la revisione della direttiva sull’e-commerce e con quella sull’information society. L’approccio deve essere quindi più ampio e comprensivo. Non possiamo restare legati a posizioni anacronistiche, ma nel contempo siamo molto sensibili alle richieste del mondo della creazione. In questo, la posizione italiana è simile a quella sostenuta dal governo francese”.
Mercato unico, proprietà intellettuale, ma anche “i digital skills”, le competenze mediatiche, che “sono sicuramente parte del problema: dobbiamo lavorare molto sul mondo della scuola… E altri settori su cui dobbiamo procedere in modo deciso sono gli acquisti transfrontalieri, l’e-commerce e gli appalti elettronici”.
L’Unione digitale soffre per l’appunto di carenza di infrastrutture e pure di competenze. L’appello viene soprattutto dal settore industriale, ha ricordato il premier Grybauskaite: “Troppe start up digitali preferiscono trasferirsi negli Usa per trovare condizioni più favorevoli al loro sviluppo”.
Concetti ribaditi anche da sottosegretario Giacomelli, che ha insistito: “Il mercato unico digitale esiste negli auspici, non nella realtà: basti pensare ai rinvii sul fine roaming; e anche sui big data non c’è ancora una strategia europea. La neutralità della rete favorisce lo sviluppo delle start up innovative, ma occorre intervenire sulla direttiva Ue sul servizio universale per un accesso adeguato alla banda larga e ultra-larga cui devono contribuire tutti, non solo le società di telecomunicazione”.