Meno studenti universitari, sul Corriere.it si legge che “mancano all’appello almeno 10mila nuovi studenti universitari”. I dati sulle iscrizioni al primo anno arrivano dall’anagrafe presso il ministero dell’Università che sebbene non ancora definitivi indicano che siamo a – 3%. In Italia siamo già indietro rispetto al numero di laureati degli altri Paesi EU, con questo calo il gap aumenta.
Ma la novità in positivo riguarda le donne: è in aumento la presenza di studentesse nei corsi delle discipline Stem, infatti in ambito scientifico perde il 5 per cento il comparto della matematica e della fisica – le facoltà più teoriche – mentre crescono ingegneria (+4,81 tra i maschi, + 3,37 per le studentesse) e informatica, dove al +5,33 per cento degli studenti corrisponde un vero e proprio boom percentuale per le ragazze: + 16,36 per cento. «Il trend di crescita delle immatricolazioni delle ragazze in alcune materie Stem, su tutte l’informatica, è un segnale importante di un cambio di passo da parte delle nostre studentesse», spiega la ministra Messa.
Lo scorso anno, nonostante l Covid e Dad, gli iscritti ad un corso di laurea sono stati 330.898 su 463 mila diplomati alla maturità ( +5 % rispetto al 2019). Oggi le matricole sono soltanto 306.763 su 469 mila diplomati del luglio scorso. Anche su questi dati è intervenuta la ministra Cristina Messa . ” il nostro Paese è in coda in Europa, proprio sul numero di laureati, quindi c’è necessità di interventi mirati. Sono soprattutto gli atenei delle Isole ( -7 per cento) e del centro Italia (- 4 per cento) a perdere studenti: può anche essere un assestamento rispetto allo scorso anno, quando, nonostante il Covid, le immatricolazioni erano cresciute soprattutto negli Atenei più piccoli”.