“Investire a breve termine per risultati a lungo termine è questo in sintesi il progetto Newt Generation EU”, queste le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento Ue nel quale ha puntualizzato forza e debolezza della nostra Europa. Il discorso completo lo riporta l’Ansa Europa e sul sito ufficiale dell’Unione Europea si può leggere anche nella lingua originale.
La trasformazione digitale è il nostro pane quotidiano quindi ho estrapolato la parte della relazione che riguarda i nostri campi di interesse, nello specifico, perché oggi più di ieri è chiaro “l’UT Unum Sint” di Giovanni Paolo II.
In questo secondo ventennio del terzo millennio abbiamo tutto da ricreare economia, lavoro, studio, politica e proprio in quest’ottica come ha ben spiegato la presidente Von der Leyen la Commissione si appresta ad riavviare “il dibattito sul riesame della governance economica, nell’intento di costruire, ben prima del 2023, un consenso sulla via da seguire”.
Tappe importanti arrivano: fra poco celebreremo il 30° anniversario del mercato unico : “Per trent’anni il grande catalizzatore del progresso e della prosperità in Europa – sottolinea la presidente -. Agli inizi della pandemia lo abbiamo difeso da pressioni che ne minacciavano l’erosione e la frammentazione. Per la nostra ripresa, il mercato unico è il motore dell’occupazione di qualità e della competitività. In quest’ultimo anno abbiamo presentato proposte ambiziose per contenere il potere di controllo degli accessi esercitato da importanti piattaforme; per richiamare tali piattaforme alle loro responsabilità democratiche; per promuovere l’innovazione; per incanalare il potere dell’intelligenza artificiale”.
Questo aspetto che riguarda l’AI è importante per il lavoro che ci accingiamo a fare con Derrick de Kerckhove rispetto alla crisi epistemologica in atto che porta le parole a perdere il loro significato. Ecco perché le parole della presidente “Dobbiamo intensificare gli sforzi per definire la nostra trasformazione digitale secondo le nostre norme e i nostri valori” danno forza alle nostre idee.
“Il digitale è, senza alcun dubbio, decisivo. Gli Stati membri condividono questa valutazione: la spesa per il digitale nel NextGenerationEU sforerà addirittura l’obiettivo del 20 % – dice – a riprova dell’importanza di investire nella nostra sovranità tecnologica europea. Permettetemi di citare, in particolare, i semiconduttori, quei minuscoli chip che fanno funzionare tutto: smartphone, scooter e monopattini elettrici, treni o intere fabbriche intelligenti. Non esiste digitale senza chip. Mentre parliamo, intere linee di produzione stanno già lavorando a velocità ridotta, nonostante la domanda crescente, proprio per la carenza di semiconduttori. Ma mentre la domanda mondiale è esplosa, la quota europea dell’intera catena del valore, dalla progettazione alla capacità di produzione, si è assottigliata. Ora dipendiamo dai chip di ultima generazione fabbricati in Asia.
In questo caso non si tratta solo di competitività. Si tratta anche di sovranità tecnologica. Perciò, diamo a questo problema tutta l’attenzione che merita.
È nostra intenzione presentare una nuova legge europea sui semiconduttori. Dobbiamo mettere insieme le nostre capacità di ricerca, progettazione e sperimentazione di livello mondiale. Dobbiamo coordinare gli investimenti dell’UE e nazionali lungo la catena del valore.
Lo scopo è creare insieme un ecosistema europeo dei chip che sia all’avanguardia, inclusa la produzione. Così ci garantiremo la sicurezza dell’approvvigionamento e svilupperemo nuovi mercati per una tecnologia europea innovativa.
È vero: è un compito estremamente arduo. E so che alcuni lo considerano fuori portata.
Ma quelle stesse persone sostenevano la stessa cosa per Galileo vent’anni fa.
E guardate cos’è successo. Ci siamo rimboccati le maniche. E così, oggi, i satelliti europei forniscono il sistema di navigazione per oltre 2 miliardi di smartphone in tutto il mondo. Siamo leader mondiali. Perciò, diamo nuovamente prova di audacia, questa volta per i semiconduttori.
Guardare oltre le cicatrici ricostruire un buon equilibrio di vita che può ripartire anche dai dati sulla pandemia: “Nonostante tutte le voci critiche, l’Europa è all’avanguardia a livello mondiale. Nell’UE, più del 70 % degli adulti ha ricevuto una vaccinazione completa. Siamo stati gli unici a condividere la metà della nostra produzione di vaccini con il resto del mondo. Abbiamo consegnato più di 700 milioni di dosi agli europei e più di 700 milioni di dosi al resto del mondo, in più di 130 paesi. Siamo l’unica regione al mondo ad aver raggiunto questo risultato. Una pandemia è una maratona, non una gara di velocità”.