Nella notte tra il 6 e il 7 novembre, Barack Obama, ormai presidente confermato, ha annunciato l’avvenuta rielezione con una raffica di tweet e una foto – stile ‘bacio a Times Square’- dell’abbraccio liberatorio con la moglie Michelle: “Quattro anni ancora”, “Quattro anni ancora insieme”. Firmato BO, cioè tweets proprio suoi, non del suo staff. La notte dell’Election Day è stata il trionfo di Twitter: solo negli Stati Uniti, si sono contati decine e decine di milioni di tweets, che rimbalzavano sulla rete e annunciavano e commentavano la ‘buona novella’ dell’esito di Usa 2012.
Nella campagna elettorale statunitense, il mese di ottobre –l’avevamo già notato in questa rubrica- era stato quello della rivincita della ‘vecchia’ tv sui social media: i tre duelli in diretta televisiva, racchiusi in tre settimane, fra Obama e il suo rivale Mitt Romney, candidato repubblicano, e quello fra i loro vice, Joe Biden e Paul Ryan, avevano complessivamente avuto 200 milioni di spettatori circa e avevano surclassato per impatto Twitter, Facebook e quant’altro.
Ma l’Election Day e, soprattutto, l’epilogo della lunga corsa iniziata alla fine dell’estate 2011 e durata quasi 15 mesi hanno visto tornare in primo piano i social media: la vittoria è notizia che s’addice a Twitter; la sconfitta richiede, invece, lunghi discorsi, spiegazioni e giustificazioni, che tanto nessuno sta ad ascoltare. E proprio i tweets del presidente hanno sciolto le Tv americane, che, dal 2000, cioè dalla notte dell’infortunio della Florida, assegnata prima al democratico Al Gore, poi al repubblicano George W. Bush, infine messa in stand by perché ‘too close to call’ –e così rimase per ben cinque settimane di conte e riconte, ricorsi e verdetti-, sono molto prudenti nei loro verdetti.
“Quattro anni ancora”, “Quattro anni ancora insieme” ha tweettato Obama ai suoi followers. E milioni di loro hanno ritweettato e personalizzato il messaggio. Un tweet può essere un’unghiata d’ironia, un lampo di malizia, un momento di malinconia, ma anche –e forse soprattutto- un’esplosione di gioia. Da condividere.