Se gli amici su Facebook contassero, e se soprattutto votassero, allora Barack Obama potrebbe dormire sonni tranquilli, sognando il bis dei quattro anni alla Casa Bianca: ha 28,5 milioni di fan, mentre il suo rivale Mitt Romney ne ha appena 6,6 milioni. Però, ci sono dei ‘però’. Il primo, ed è il più pesante, è che gli amici di Facebook rischiano di starsene su Facebook il 6 Novembre, l’Election Day, invece di andare alle urne; e, quindi, averceli conta poco, almeno per vincere le elezioni.

Il secondo è che gli amici di Mitt sono più attivi: cioè, sono certamente meno, ma appaiono più impegnati nel loro sostegno.

Pubblicati la scorsa settimana dalla rivista Forbes, i dati del successo su Facebook di Obama non sorprendono; anzi, confermano il grande impatto sui social media del primo presidente nero degli Stati Uniti, che, il 6 settembre, con il discorso di chiusura della convention di Charlotte, ha stabilito un nuovo record mondiale assoluto di tweet e re-tweet in tempo reale.

Forbes condisce le sue stime con una serie di valutazioni su comportamenti e tipologia degli amici su Facebook di Obama e di Romney: l’analisi è stata affidata alla società Compass Lab, che, per prima cosa, fa notare come i fan di Obama siano molto più stratificati nel tempo, mentre quelli di Romney sono, nella stragrande maggioranza, relativamente recenti (e questo ne spiega, in parte, il maggiore attivismo).

Un elemento, in merito, è particolarmente significativo: dei 6,6 milioni di amici di Romney, 3,3 milioni, cioè il 50%, condividono informazioni e commenti sull’attività del candidato repubblicano alla Casa Bianca, mentre solo 3,1 milioni degli amici di Obama lo fanno sull’attività del presidente in carica (poco più di uno su dieci).

Il dato può indurre Barack a temere che tutti quegli amici non siano proprio fidati. Però, la campagna del presidente continua a muoversi con grande disinvoltura sui social media. E ci gioca pure: ad esempio, ha deciso di utilizzare la parola ‘literally’, letteralmente ‘letteralmente’, come elemento di riconoscimento dei tweet attribuiti al vicepresidente Joe Biden, proprio perché il popolo di Twitter e dei blog lo prende in giro per la sua abitudine di usare quella parola a raffica, anche due volte nella stessa frase e qualche volta a sproposito (nel discorso alla convention, l’ha detta dieci volte).

Non è che quel che dice Biden sia spesso rilevante. Così, i guru della comunicazione cercano di trasformare un vezzo in un segno di riconoscimento, con un pizzico d’autoironia.

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