Pew Research Center: gli accessi Internet degli americani, dal 2000 al 2015, sono cresciuti, poche differenze fra razze e ceti sociali. La ricerca condotta evidenzia che Internet è diventato parte integrante della vita di tutti i giorni. L’84% degli americani è in Rete. Per le classi sociali più istruite e con reddito medio alto l’uso di Internet si avvicina alla saturazione (100%), stentano a raggiungere questo livello gli altri, che però continuano a migliorare. Gli anziani, anche se indietro, sono arrivati al 58% dell’accesso, siamo al 78% per la popolazione di colore, e all’81% degli ispanici. Per i bianchi si arriva all’85% ed al 97% per gli inglesi americani e gli asiatici.
Nonostante l’Agenda Digitale Italiana ed europea spinge l’economia della Rete l’Italia Vincenzo Vita ricorda (nell’articolo in basso) che “nella banda ultralarga il livello di copertura è del 36% a fronte del 68% della Unione Europea a 28. Solo il 4% dei nuclei familiari utilizza connessioni superiori a 30 Mega al secondo, contro il 26% dell’Ue-28”.
Come farà Netflix ad avere un mercato in questo contesto? Cavo e fibra sono necessari al matrimonio tra telefono, radio, televisione e dati, l’associazione TuttiMedia attraverso le pagine di Media Duemila lo spiega da vent’anni.
Vita pone la domanda: “Le onde hertziane o un’estensione della tecnologia Wi-fi possono sopperire?”
Lo studio pubblicato nel numero di Media Duemila di febbraio “Wi-Fi luci ed ombre nell’era della società iperconnessa” pone alcuni fondamentali elementi di riflessione. Francesco Vatalaro e Marco Vari, professori a Tor Vergata, spiegano nel dettaglio caratteristiche, limiti e possibilità di questa tecnologia.
I media piangono, le startup sono costrette ad emigrare per sopravvivere. Nel mondo cresce solo il numero della persone con reddito medio basso e l’Italia aspetta la sua banda larga in autunno, dice il Sottosegretario Giacomelli. Il ministro Franceschini parla del progetto cultura, un bando che serve all’Italia per crescere, ed allo stesso tempo afferma che in Italia non ci son imprenditori pronti a raccogliere le sfide. Forse la scuola dovrebbe fare qualcosa?