Cinquecento giorni, un anno e mezzo da passare con Giampiero Gramaglia che ci accompagnerà alle prossime elezioni USA. A novembre 2016 gli Stati Uniti sceglieranno il successore di Obama e sono tanti i temi sul tavolo già oggi. Perciò, per seguire al meglio questa lunga volata che ci porterà all’Election Day dell’anno prossimo, il sito Formiche.net ha deciso di ospitare e dare eco a USA2016, una nuova sezione del portale di analisi economico-politica che aggiornerà passo passo sulle notizie che vengono da oltreoceano. Il progetto, curato da Giampiero Gramaglia, giornalista di lungo corso già corrispondente da Washington e oggi consigliere per la comunicazione dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), in realtà nasce quasi per scommessa a mille giorni dalle elezioni ma, ora che la contesa sta per entrare nel vivo, si struttura con aggiornamenti continui anticipando sul tempo tutti gli altri organi d’informazione.
“Le elezioni statunitensi – sottolinea Gramaglia – rappresentano per il giornalismo politico quello che le Olimpiadi sono per quello sportivo”. Un argomento che interessa tutti: per la formula delle primarie che apre la campagna elettorale con molti mesi d’anticipo, per l’importanza del Presidente Usa sugli equilibri internazionali, per la giostra di candidature (vere o di facciata), ritiri e polemiche. Secondo Paolo Messa, direttore di Formiche, “non possiamo poi ignorare le sorti di un grande Paese che allo stesso tempo è il nostro principale alleato; per questo vogliamo essere un piccolo punto di riferimento per tutti: appassionati, esperti, operatori dei media”.
Mai come questa volta l’attenzione deve essere tenuta alta perché, le prossime elezioni americane, potrebbero segnare una profonda discontinuità col passato; sono infatti molte le varianti: la componente femminile, con Hillary Clinton quasi certa dell’investitura democratica e Carly Fiorina che potrebbe svestire i panni d’imprenditrice per contrastarla in una lotta tutta la femminile; l’incognita latinos, con Julian Castro e Marco Rubio che rappresentano la speranza ispanica nella stessa misura in cui Obama fece sognare le fasce afroamericane (addirittura si potrebbe prospettare da entrambe le parti un doppio ticket mai visto con due donne e due latini); una nuova battaglia dinastica che bussa alla porta, Clinton contro Bush (stavolta è Jeb, figlio e fratello dei due ex presidenti); gli interrogativi sulla politica del dopo Obama e sulle dinamiche globali che si apriranno.
Insomma, di carne al fuoco ce ne sarà molta. Si partirà con una fase in cui saranno seguiti parallelamente i due campi, democratico e repubblicano, evidenziandone le dinamiche interne e la lotta per la leadership. In un secondo tempo, quando si farà maggiore chiarezza sui nomi, ci si concentrerà sui candidati che hanno reali chance di ottenere il ticket presidenziale; sarà quello il momento di approfondire anche i programmi dei candidati. Dall’autunno, poi, si farà la cronaca delle primarie nei singoli Stati e saranno seguite le convention dei due partiti. A sessanta giorni dall’election day partirà la campagna elettorale vera e propria e le notizie cominceranno ad essere un flusso ininterrotto. Ma ci sarà spazio anche per i personaggi e le questioni che, come sempre, emergeranno in corso d’opera.
Articoli, contributi, analisi pubblicate sulla stampa Usa, link a siti specializzati: un lavoro ambizioso che si avvarrà del contributo di giornalisti ed esperti. “Sono molto soddisfatto e orgoglioso di questa collaborazione con Gramaglia – ha detto il direttore di Formiche.net, Michele Arnese – la sezione impreziosirà sicuramente il nostro portale”. Arnese ha voluto sottolineare l’importanza del coinvolgimento nel progetto di giornalisti esperti: “Riescono a farsi capire da tutti – dice Arnese – perché abbinano la capacità d’analisi alla chiarezza espositiva”.
A impreziosire la presentazione di USA2016 l’augurio di Jeffrey Galvin, portavoce dell’Ambasciata statunitense in Italia, che loda l’iniziativa per essere “una finestra sulla società americana, su come sta cambiando e su uno degli eventi mediaticamente più esposti”. Non trascurando gli aspetti più tencologici, visto che già in occasione delle scorse elezioni molto si decise grazie all’uso dei social network e di Internet: “USA2016 – conferma Galvin – è un nome molto appropriato, diventerà sicuramente un hashtag tra i più usati e sarà una sigla sulla bocca di tutti”.
Marcello Gelardini