di FORTUNATO PINTO.
Gli utenti Italiani che si collegano ad Internet sono all’incirca il 30% della popolazione nazionale. Di questi soltanto la metà utilizza la Rete come fonte primaria per le proprie scelte turistiche. Programmare un viaggio attraverso il Web è un’abitudine che non appartiene alla nostra cultura, nonostante la moltitudine di possibilità offerte dai portali specializzati, che aumentano a dismisura anno per anno. Molto probabilmente ciò accade perché l’utente non ritiene affidabili le informazioni fornite dai siti che, costruiti spesso con un’impostazione grafica poco user friendly, non consentono una facile fruizione del servizio. L’offerta turistica si perde in un insieme di dati che l’utente può ritenere non necessari, mentre potrebbe trovare utili i pareri e le critiche di chi ha già usufruito di quel servizio. L’applicazione dei criteri dei social media, invece, dà la possibilità al navigatore di creare un rapporto di fidelizzazione basato sull’affidabilità dell’offerta che non è più soltanto proposta ma anche commentata e migliorata grazie ai giudizi di chi ha potuto provarla. Inoltre l’aggiunta di mappe virtuali in 3D nella presentazione dell’area fa in modo che l’utente possa, prima di partire, vedere il luogo in cui si recherà, familiarizzando con l’ambiente e diminuendo l’effetto di spaesamento tipico del viaggiatore in una destinazione sconosciuta.
L’organizzazione di un viaggio non finisce però prima di partire: con l’ausilio degli smartphones il viaggiatore può scegliere il proprio percorso verificando se il luogo in cui si trova sia stato visitato da altri utenti di social network come Foursquare o Loopt, che permettono agli iscritti, grazie al geotagging, di dare il proprio parere relativo ai luoghi visitati, creando il fenomeno detto “user generated advertising” (la pubblicità creata dagli utenti).
Fortunato Pinto
studente Università Federico II di Napoli