Con Sandro Raimondi, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trento abbiamo affrontato il sistema complesso giudiziario e tecnologico che protegge le donne dalla Violenza, soprattutto domestica.
Chioggia città del rispetto
L’occasione è stata il decimo anniversario degli Stati Generali delle donne che si è celebrato a Chioggia, all’auditorium San Nicolò alla presenza di tante donne, Ambassador provenienti da tutta Italia e uomini illuminati (fra questi c’è anche Derrick de Kerckhove nostro direttore scientifico insignito del titolo a Roma nel 2022).
Cosa fare
Ci siamo confrontanti sull’importanza delle tecnologie che in questo contesto possono fare la differenza, il braccialetto elettronico, anche se presenta ancora delle deficienze che vanno colmate, è lo strumento più adottato a difesa della donna. Così come bisogna spingere sulla cultura della parità e l’educazione al rispetto.
Cosa può fare la tecnologia in questo contesto? Sicuramente fornire una mappatura dei territori meno sicuri per le donne ed anche cercare di capirne le ragioni.
Con Sandro Raimondi abbiamo voluto lanciare una sfida a tutti coloro che vorranno raccoglierla: costruiamo la mappa dei territori grazie ai dati a disposizione.
Nell’era della datacrazia è facile accedere a cluster di dati che possono raccontare storie anche di violenza e farne comprendere le ragioni.
A Isa Maggi, presidente degli Stati generali delle donne chiediamo dunque di promuovere con noi questo progetto.
Accoglienza delle vittime
Sandro Raimondi l’ho conosciuto come una persona attenta professionalmente a tutte le difficoltà, che le donne devono affrontare dalla denuncia al processo. Ma anche un uomo sensibile e dedicato a risolvere le criticità di questo contesto. Infatti, ha parlato con soddisfazione dell’inaugurazione a Trento di una nuova stanza dedicata a raccogliere le testimonianze delle donne. “Il momento dell’accoglienza della vittima è un momento fondamentale e delicato per le indagini – ha spiegato Raimondi concludendo il suo intervento a Chioggia- soprattutto perché da questo inizio di presa in carico, da parte delle istituzioni, può ripartire la ripresa della donna e della sua dignità”.
Aggiungo che la tecnologia può sostenere il cammino verso una società più sicura per tutti. E che da membro del Comitato Esecutivo degli Stati generali delle Donne mi faccio carico di condividere questa idea/progetto con l’On. Martina Semenzato, presidente della commissione bicamerale sul femminicidio che a Chioggia ha raccontato da dove è nato il suo mood che la vede indipendente e autonoma, nel pensare oltre che nell’agire, fin da piccola.