di MARIA PIA ROSSIGNAUD
La nostra società comunicherà e si informerà sempre più in mobilità. Nel libro di Di Giovanni infatti si legge che il 98,8% di possessori di telefoni cellulari di ultima generazione utilizzano questo strumento per navigare i grandi portali generalisti, il 59,6% fa ricerche in Internet, il 44,5% spedisce e riceve e-mail, il 36,4% si aggiorna sulle notizie, e poi, ancora, viene utilizzato per l’intrattenimento (25,7%), per le previsioni del tempo (25%), per ascoltare musica (19,1 %), per seguire lo sport (16,4%) e il social networking (16,1%) (dati Nielsen-Netratings).
“Secondo una ricerca dell’Oxford Metrica – società di consulenza inglese – venti anni fa e in media ogni cinque anni, le probabilità che un dirigente dovesse affrontare un incidente tale da mettere a rischio il proprio brand erano del 20%. Oggi la probabilità di un tale disastro aziendale è dell’82%.” Questo è quanto si legge nella prefazione del manuale sulla comunicazione “Niente di più facile, niente di più difficile” di Gianni di Giovanni e Stefano Lucchini. Un dato che insieme a concetti assolutamente determinanti per ogni azienda del terzo millennio impone di riflettere. Lo faremo il 12 luglio presso la FIEG con l’autore, il nostro direttore scientifico Derrick de Kerckhove, il Presidente FIEG Carlo Malinconico e il direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della “Sapienza” Mario Morcellini.
Ferruccio de Bortoli nella presentazione del libro scrive: “Confondere il ruolo del comunicatore con quello dei giornalisti è un grave errore. Per tutti. Separare le due professioni non vuol dire classificarle, far precedere l’una all’altra”. Ed ancora: “L’informazione corretta identifica e rende trasparenti interessi e responsabilità. Altrimenti vi è reticenza e manipolazione”.
Nella presentazione c’è qualche rigo dedicato ai rumori di fondo che ben si collega con il nostro lavoro su McLuhan. Uno degli aforismi del teorico del villaggio globale dice: “In the age of instant information, rumours are the real things“. Ferruccio de Bortoli dice: “Una comunicazione ridondante, imprecisa o fuori target trasforma l’utente finale in quello che Max Picard definiva, disprezzandola, una mera appendice del rumore. Un rumore di fondo che spesso non consente di distinguere il sostanziale dall’effimero”.
Tanti dunque gli spunti per una discussione sulla comunicazione nell’era di Internet.
Maria Pia Rossignaud