Perché parlare di Wi-Fi? Perché le realizzazioni annuali di punti di accesso Wi-Fi “carrier-grade” nel mondo hanno raggiunto nell’anno 2013 un totale di 6,5 milioni di hotspot: nello stesso anno in tutto il mondo attraverso il Wi-Fi si è aggiunto il 22 per cento della capacità di traffico wireless. Nonostante il successo del 3G e del 4G nei servizi mobili di trasmissione, il numero di hotspot Wi-Fi ha continuato a proliferare: si prevede che il numero di hotspot Wi-Fi supererà 7 milioni entro la fine del 2014 e raggiungerà 10,5 milioni nel 2018. Questi dati si riferiscono soltanto agli hotspot Wi-Fi resi disponibili da operatori di rete fissa e mobile e dai WISP (Wireless Internet Service Provider). Il totale mondiale di hotspot Wi-Fi di tipo carrier-grade è distribuito per l’88 per cento in Estremo Oriente, per un 8 per cento in Europa, un 3 per cento in Nord America e per il residuo 1 per cento altrove. Questi dati sono riportati nello studio: “Evoluzione del ruolo del Wi-Fi nell’ecosistema delle reti a banda ultra larga” di Francesco Vatalaro (Professore Ordinario di Telecomunicazioni Facoltà di Ingegneria – Università di Roma “Tor Vergata”) e Marco Vari (Ricercatore Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa – Università di Roma “Tor Vergata”) pubblicato su due numeri di Media Duemila (novembre e dicembre/gennaio). Lo studio sarà distribuito completo prima ai soci dell’Osservatorio TuttiMedia ed agli amici di Media Duemila la prossima settimana ed in seguito a disposizione sul nostro sito in formato E-BOOK.
Francesco Vatalaro spiega che per migliorare la connettività Internet in aree pubbliche le reti Wi-Fi ad evoluzione spontanea si moltiplicano in molti Paesi e sono realizzate anche in virtù di finanziamenti pubblici. “È recente il lancio di un bando pubblico per una rete Wi-Fi municipale dell’amministrazione di Melbourne in Australia – sottolinea – che segue analoghe iniziative di altre città, quali Adelaide e Perth. Un pò in tutto il mondo, infatti, le municipalità e le comunità locali sono fra i soggetti più attivi nella promozione del Wi-Fi per la sua facilità di installazione”. In Italia il dibattito è aperto anche e soprattutto per la proposta di legge su Wi-Fi libero in tutti i luoghi pubblici firmata da 100 parlamentari. Anche il commissario ENIT Giuseppe Radaelli è intervenuto sulla necessità di implementare le reti di accesso Wi-Fi, utilissime anche per i turisti (vedi articolo KeyBiz: http://www.key4biz.it/italy-wifi-nation-crisitiano-radaelli-enit-wi-fi-libero-una-spinta-importante-per-il-turismo/).
Lo studio del professor Francesco Vatalaro e Marco Vari contiene anche le sintesi delle risposte ad un questionario, proposto ad un gruppo di esperti. È dunque un utile strumento di conoscenza ed analisi su questa importante tecnologia e su come essa possa essere promossa per contribuire allo sviluppo dell’ecosistema delle reti wireless.
La prima sezione riporta le caratteristiche tecniche del Wi-Fi e per grandi linee l’evoluzione, seguono gli scenari di servizio offerti con reti Wi-Fi a livello internazionale e le nuove proposte di standardizzazione e certificazione per gli hotspot. Si parla di decongestionare le reti e aumentare la capacità, della tendenza all’integrazione che rientra nel concetto più generale di rete wireless eterogenea (HetNet) che è attualmente allo studio presso l’organismo mondiale di standardizzazione 3GPP (3G Partnership Programme) per una prossima release delle specifiche tecniche del sistema LTE, detto LTE-A (Long Term Evolution – Advanced).
Infine ma non meno importante l’uso che gli utenti fanno della rete è determinante per la progettarne le capacità. Nello studio è riportato il caso Google: “…Wi-Fi Google” che nel 2009 Google Inc. decise di donare a Mountain View, propria cittadina di origine. Questa rete, che fu sviluppata a tappeto in modo da offrire alla popolazione una copertura praticamente senza interruzione, nel 2012 è entrata in crisi e nel 2014 è stata posta in dismissione. I motivi della perdita di efficienza, fino alla dismissione, sembrano addebitabili al tipo di uso che si è iniziato a diffondere nella cittadinanza per lo scarico di video di Netflix e Hulu. Questo significativo cambiamento nelle abitudini degli utenti avrebbe perciò determinato una condizione cronica di congestione della rete”.
Un documento da non perdere, dunque per essere informati e partecipare attivamente al dibattito.