World Press Freedom Index 2023: l’Italia guadagna 18 posizioni, è al 41esimo posto nella Classifica Mondiale della Libertà di Stampa. Il ruolo di propaganda, autocensura e Intelligenza Artificiale
La Norvegia si conferma al primo posto per il settimo anno consecutivo; l’Asia è ancora sede di alcuni dei peggiori regimi mondiali per i giornalisti con Vietnam, Cina e Corea del Nord che occupano gli ultimi posti; balzo in avanti dell’Italia rispetto al 58esimo posto del 2022: il nostro Paese si colloca al 41esimo posto. Di mezzo c’è “l’industria” della disinformazione e della propaganda che, insieme allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (Ai), stanno scuotendo il già indebolito mondo dei media. È questa l’analisi, in estrema sintesi, della World Press Freedom Index 2023, la Classifica Mondiale della Libertà di Stampa diffusa annualmente da Reporter Senza Frontiere (Rsf) in occasione del 3 maggio, Giornata internazionale della Libertà di Stampa.
I professionisti dell’informazione a volte cedono all’autocensura
Partiamo proprio dall’Italia dove la libertà di stampa in Italia continua ad essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel Sud, nonché da vari gruppi estremisti violenti. Questi hanno visto un aumento significativo durante la pandemia e continuano a ostacolare il lavoro dei professionisti dell’informazione, soprattutto durante le proteste. “I giornalisti italiani lavorano, nel complesso, in un clima di libertà. – fanno sapere da Rsf – Tuttavia, i professionisti dell’informazione a volte cedono all’autocensura, vuoi per la linea editoriale seguita dai loro media, vuoi per il timore di possibili azioni legali come le denunce per diffamazione, vuoi per il timore di rappresaglie da parte di attori estremisti e reti mafiose”.
Le condizioni per esercitare il giornalismo sono scarse in 7 paesi su 10
L’edizione 2023 del World Press Freedom Index, che valuta le condizioni per praticare il giornalismo in 180 paesi e territori, presenta una situazione “molto grave” in 31 Paesi, “difficile” in 42 e “problematica” in 55, mentre è “buona” o “abbastanza buona” in 52 Paesi. In altre parole, le condizioni per esercitare il giornalismo sono scarse in 7 paesi su 10 e soddisfacenti solo in 3 paesi su 10.
“La volatilità è il prodotto della crescita dell’industria fittizia”
“Il World Ranking dimostra l’esistenza di un’altissima volatilità delle situazioni, con rialzi e ribassi significativi, variazioni senza precedenti, ad esempio l’ascesa di 18 posizioni per il Brasile e la caduta di 31 posizioni per il Senegal. – spiega Christophe Deloire, segretario generale di Rsf – Questa instabilità è l’effetto della maggiore aggressività del potere in molti Paesi e della crescente animosità nei confronti dei giornalisti sui social network e nel mondo fisico. La volatilità è anche il prodotto della crescita dell’industria fittizia, che modella e distribuisce la disinformazione e fornisce gli strumenti per produrla”.
Gli effetti abbaglianti dell’industria “del simulacro”
L’edizione 2023 mette in luce gli effetti abbaglianti dell’industria “del simulacro” nell’ecosistema digitale sulla libertà di stampa. In 118 paesi, vale a dire due terzi dei paesi valutati dal ranking, la maggior parte dei rispondenti al questionario segnala il coinvolgimento di attori politici nel proprio Paese in massicce campagne di disinformazione o propaganda; regolarmente o sistematicamente. La differenza tra vero e falso, reale e artificiale, fatti e artefatti si sta offuscando, mettendo a repentaglio il diritto all’informazione. Capacità manipolative senza precedenti vengono utilizzate per indebolire coloro che incarnano il giornalismo di qualità, nello stesso momento in cui indeboliscono il giornalismo stesso.
Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (Ai) generativa
Lo spettacolare sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (Ai) generativa sta scuotendo il già indebolito mondo dei media, che era già stato ampiamente minato dal web 2.0. Il proprietario di Twitter, Elon Musk, intanto, spinge all’estremo una logica arbitraria e censoria, dimostrando che le piattaforme sono sabbie mobili per il giornalismo. La quinta versione di Midjourney, un’intelligenza artificiale che genera immagini ad altissima definizione, sta alimentando i social network con falsi sempre più plausibili e non rilevabili, come dimostrano le fotografie piuttosto sorprendentemente realistiche di un arresto muscolare di Donald Trump, o Julian Assange in stato vegetativo, cinto in una camicia di forza, che sono stati raccolti viralmente.
La situazione in Ucraina
Il terreno è favorevole all’espansione della propaganda dalla Russia (164esima), che perde altri 9 posti nella classifica 2023. Mosca ha allestito a tempo di record un nuovo “arsenale mediatico” dedicato alla propagazione del discorso del Cremlino nei territori occupati di Ucraina meridionale. Un pesante colpo di grazia è caduto quindi sugli ultimi media russi indipendenti, banditi, bloccati e/o dichiarati “agenti stranieri”. I crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina (79esima) contribuiscono a far sì che questo paese abbia uno dei punteggi peggiori nell’indicatore di sicurezza della classifica.