A lezione con le imprese, appuntamento ormai abituale a Tor Vergata, fortemente voluto da Francesco Vatalaro (professore Ordinario di Telecomunicazioni, Università di Roma “Tor Vergata”) si è parlato di professioni e abilità. In una delle prime slides è proprio Vatalaro a schioccare la platea: sono 2420 i laureati nel settore ICT in Italia, su una popolazione 60.679.836. Cioè 4 ogni 100 mila abitanti. La Francia è la prima in classifica fra i cosiddetti Big 5 (Francia – Regno Unito – Germania – Spagna – Italia). “La classifica è del 2011 – spiega Vatalaro – purtroppo la curva è piatta, i dati non sono cambiati significativamente. Siamo gli ultimi, posso assicurarvi che oggi non ci discostiamo molto dalla statistica presentata. Ci preoccupiamo della fuga dei cervelli, certo è un problema perché il nostro Paese spende soldi per formare giovani che poi vanno via, ma è ancor più grave constatare che i laureati in discipline fondamentali nell’era digitale sono pochissimi”.
I quotidiani riportano, oggi (17 marzo) che l’Italia è al 50mo posto nella classifica della felicità. Il Rapporto mondiale sulla felicità 2016 esamina i livelli di soddisfazione dei cittadini di 156 nazioni. Danimarca quest’anno supera la Svizzera. Il Sustainable Development Solutions Network, organismo dell’ONU riunisce esperti mondiali di economia, psicologia, salute e sicurezza pubblica e quest’anno mette l’Italia al cinquantesimo posto, superata da Malaysia, Nicaragua e Uzbekistan, tra i dieci Paesi con il maggiore calo di felicità, legato a tensioni sociali ed economiche.
Più esperti in ICT possono aiutare il paese ad essere più felice? Forse sì, se pensiamo che più persone riuscirebbero a trovare lavoro, ad essere economicamente autosufficienti… Ambizioni, queste, uguali in tutto il mondo.